By Expedia Team, on March 29, 2016

Dalla condivisione nascono idee: i coworking più creativi in Italia

“Il coworking favorisce la creatività! Un trend in crescita in Italia. Nato a San Francisco, ha preso piede a Milano e si è diffuso nel resto d’Italia.

### Milano, l’apripista

La moda è partita da Milano. Ricettivo come non mai nell’assimilare mode e tendenze, il capoluogo lombardo ha sposato per primo, in Italia, il fenomeno del coworking nato in America, a San Francisco, una decina di anni fa.

Però, Milano l’ha fatto a modo suo, mescolando i benefici della condivisione lavorativa dello spazio – ammortizzazione delle spese, valorizzazione del luogo, fenomeno di moda che piace a tutti – con aspetti più tipicamente artistici. Delle circa 1600 postazioni presenti oggi all’ombra della Madonnina, molte sono infatti realtà creative dove lo scambio di idee ed energia, generati dalla “vicinanza di scrivania,” è diventato un vero modello di socializzazione e cooperazione.

Un bell’esempio è Via Pizzi 29 (www.viapizzi29.it), un’ex tipografia in una zona periferica in forte fase di riconversione, a un passo dalla Fondazione Prada. Lì si sono sviluppate realtà professionali votate al design, l’arredo (funky americano degli anni ’60-’70), il collezionismo e l’antiquariato.

“Eravamo delle realtà produttive e commerciali raccolte casualmente attorno a un cortile. Poi, tre anni fa, l’idea: coordinare le forze e aprire Via Pizzi 29, un luogo ad alto contenuto creativo, che mette insieme i mobili e le chitarre artigianali, le sale di registrazione e gli studi di architettura,” racconta il fondatore, Fabio Covizzi, che qui importa legni dall’Indonesia per trasformarli in mobili bellissimi e insieme agli altri “coinquilini” affitta gli spazi (cortile compreso) a eventi glamour come la Milano Design Week.

Ragazza al lavoro in un coworking

Ragazza al lavoro in un coworking

A un passo da un altro museo, il Mudec (Museo delle Culture di Milano), la vecchia Stecca delle Acciaierie Ansaldo sta per trasformarsi in Base (http://base.milano.it): 2000 metri quadrati di spazi destinati al lavoro condiviso, affiancati da laboratori creativi, bar e mostre. È un luogo pieno di luce e memorie industriali dove i creativi e i visitatori potranno beneficiare anche di un calendario di eventi di forte stimolo, a partire dalle esposizioni della XXI Triennale in programma da aprile a settembre 2016.

### Non solo Milano: il resto d’Italia non sta a guardare

La rete Cowo, nata nel 2008 a Lambrate (guarda caso, sempre nella periferia meneghina), vanta ormai oltre 100 spazi coworking in 73 città italiane e svizzere. E il trend è in crescita.

A Roma c’è Unterwelt (www.unterwelt.it), un’aggregazione di maker in un laboratorio convertito in incubatore di tendenze, che mette insieme tecnologia, arte e artigianato sviluppando progetti a tutto tondo.

A Mantova, eletta “Capitale italiana della cultura 2016,” otto ragazzi graphic e industrial designer hanno trasformato un capannone industriale in un luogo di pura creatività: un’archi-falegnameria che già nel nome dice tutto: Realizzatori di Idee (www.realizzatoridiidee.it).

Mentre a Trieste, Impact Hub (http://trieste.impacthub.net) è un coworking di professionisti che, accanto agli spazi di lavoro, propone un calendario di eventi di grande appeal per la città: fra una presentazione di libri e un corso di cucina, o di inglese, i triestini accorrono numerosi.

### Anche nel sud della penisola la creatività sposa la formula della condivisione

Nascono realtà di successo come Casa Netural (http://www.benetural.com) a Matera. Cosa fanno? Propongono spazi di coworking dove l’ufficio è affiancato da una cucina, spazi per i bambini e di coliving (per soggiorni brevi). Poi promuovono sessioni di scambio con Impact Hub Bari in Puglia (http://bari.impacthub.net), e soprattutto sognano in grande: fra i progetti ce n’è uno che vuole trasformare gli angoli abbandonati della città in orti urbani. Lodevole, vero?

Il coliving di Casa Netural

Il coliving di Casa Netural

Eppure basta poco per trasformare un luogo in un volano di sviluppo creativo. Altri esempi vengono dalla Sicilia, terra di sole, mare, archeologia e casa di Farm Cultural Park (www.farm-culturalpark.com): sette cortili nel centro di Favara, in provincia di Agrigento, trasformati in luogo di arte e cultura che accolgono mostre, reading letterari e serate musicali.

Mentre a Palermo spicca il caso di Dimora Oz (www.dimoraoz.it), un’art factory in un luogo ad alto impatto emotivo – Palazzo Barlotta – fra gli edifici più antichi della città. Muri dal fascino délabré, pavimenti in maiolica e il profumo della storia fanno da sfondo a mostre e performance teatrali, in perfetto spirito coworking, visto che a gestire gli spazi è una comunità di artisti residenti in città. Architetti, visual-artist, attrici, ballerine, coreografi – tutti insieme appassionatamente.”