By Expedia Team, on January 1, 1970

Da Grado a Gorizia: itinerario tra mare e colline del Collio

“Un viaggio slow da Grado a Gorizia, per Aquileia, Palmanova, e le località del Collio. Il nostro reportage attraverso il Friuli Venezia Giulia.

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### 1. L’Isola d’oro e la sua antica storia

Grado (1) era un’isola di pescatori, ora, invece, è “l’Isola d’oro” dell’Alto Adriatico, una meta turistica di ottimo livello, con servizi di prim’ordine ma anche un centro storico importante e ben conservato. Collegata con un lungo ponte, che supera la laguna, alla località Belvedere (arrivando da Aquileia) o alla Bocca di Primero, giungendo da Monfalcone, Grado è una cittadina antica, nata come scalo marittimo di Aquileia, e abitata da circa 9000 persone. Il suo sviluppo come luogo di villeggiatura prese il via nel 1815, con l’arrivo dei primi austriaci, affascinati dalla sua spiaggia dorata.

Oltre alla spiaggia vale la pena scoprire il cuore antico, circondato da quel che resta delle mura del castrum gradese del V secolo: le calli, tipicamente veneziane, collegano minuscole case medioevali e campielli dove i gradesi fanno salotto e dove si possono scoprire preziose iscrizioni latine e edicole mariane. Nel cuore del castrum il Campo dei Patriarchi ospita la triade dei preziosi edifici cristiani di Grado.

Al centro c’è la splendida Basilica di Sant’Eufemia (2), il Duomo, consacrata nel 579, decorata con colonne provenienti da Aquileia e, sull’altare, una pala d’argento dorato del XIII secolo. E poi il Lapidarium, con epigrafi del I secolo a. C, e il Battistero, del V secolo, a pianta ottagonale. Accanto la Basilica di Santa Maria delle Grazie (3), ristrutturata alla fine del VI secolo, con parte dell’antico mosaico pavimentale nella navata destra.

Veduta aerea di Grado - Reportage da Grado a Gorizia - By Gianluca Baronchelli

Veduta aerea di Grado – Reportage da Grado a Gorizia – By Gianluca Baronchelli

### 2. La grandiosità dell’isola-santuario di Barbana

Per chi vuole immergersi nella storia, davanti a Grado c’è anche un’isola davvero speciale, Barbana (4), nella laguna. E’ un’isola-santuario, che prende il nome dal primo abate che la abitò, Barbano da Treviso. Ospita la Cappella dell’Apparizione, eretta sul luogo del ritrovamento della statua della Vergine. Sul soffitto, affrescato nel 1860, tutti i santi festeggiano la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. A sinistra il santuario, completamente rifatto nel 1924: la facciata è semplice ma l’interno è grandioso. Colpiscono l’enorme acquasantiera con il diavolo, il soffitto a carena di nave e la cupola, con la storia dell’isola.

### 3. Il fascino sospeso della laguna di Grado

Grado è anche laguna. La più a nord di tutto l’Adriatico, un universo di 10 mila ettari dove vagabondare senza meta, un mondo fuori dal tempo, dove la presenza dell’uomo è limitata ai casoni, i vecchi magazzini, ma anche abitazioni dei pescatori, curati e coccolati come fossero piccoli castelli. La laguna a Grado è un universo delicato, da proteggere, da scoprire soprattutto in primavera e in autunno o al sorgere del sole, in estate. La Riserva naturale regionale Foce dell’Isonzo (5) offre osservatori celati nella natura; escursioni e passeggiate, a piedi, a cavallo o in bicicletta, visite guidate e laboratori, per i gruppi.

Bassa marea sulla laguna di Grado - By ninotchka939, via Pixabay

Bassa marea sulla laguna di Grado – By ninotchka939, via Pixabay

### 4. Il sapore di piatti unici e antichi

Per mangiare, soprattutto il Boreto a la Graisana, un piatto unico, antico, con tutto il sapore del pesce della laguna, conviene spingersi sino al centro di Grado, nei piccoli ristoranti, o alla trattoria ittica Ai Ciodi, sul bordo della laguna, in località Anfora.

### 5. I sorprendenti tesori di Aquileia

Aquileia (6) non è lontana, sono una dozzina di chilometri e, per chi non la conosce, è una piacevole scoperta. Fondata nel 181 a.C., fu un avamposto militare fondamentale per le conquiste verso le Alpi orientali. Poi crebbe, velocemente, tanto da ospitare ben 1.000.000 di persone nel periodo augusteo. Oggi è famosa soprattutto per i mosaici della sua Basilica (7). Il primo impatto è stupefacente. Nel catecumeneo si può leggere la storia dell’uomo che cerca in Dio la resurrezione, nell’aula nord i mosaici sono ancor più raffinati, ma la loro interpretazione è particolarmente complessa. Così una stella di David, legata all’iconografia ebraica, si trova vicino ad un cielo con stelle e pianeti, di chiara area agnostica. La basilica è tutta da leggere e per ammirarla servono tempo e una buona guida.

Se siete di corsa non dimenticate, comunque, la Cripta: risale al IX secolo e conserva uno straordinario ciclo di affreschi in stile veneto bizantino. Vale una visita anche il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (8). Considerato uno dei maggiori musei archeologici dell’Italia settentrionale, raccoglie reperti di epoca romana (II secolo a.C – V secolo d.C.) provenienti da Aquileia e dintorni. Le produzioni caratterizzanti della zona sono quelle delle gemme incise, dei vetri e delle ambre. Molto significativo, inoltre, è il patrimonio lapidario. Spiccano per importanza storico-artistica il bassorilievo della fondazione della città, una serie di pregevoli statue funerarie, una ricca esposizione di ceramiche, i gioielli e gli amuleti in ambra e la sezione numismatica.

Non tutto è stato ancora portato alla luce nonostante le vestigia romane già scoperte siano delle più svariate tipologie. Ad Aquileia si continua a scavare con la certezza che molti tesori siano ancora nascosti. Dagli scavi si sa che il porto fluviale si trovava alle spalle della basilica forense. Il foro stava all’incrocio tra le Vie Julia Augusta e Gemina, rispettivamente cardo e decumano massimo della città. Alcuni gioielli, come l’anfiteatro e l’impianto termale non sono più visibili e le Grandi Terme sono visitabili solo in parte. Si possono invece ammirare numerosi resti di case private con pavimenti mosaicati: il Fondo Cossar, il Fondo Rizzi e il Fondo Cal sono i più importanti.

La Basilica di Aquileia con Battistero e Sudhalle - By Gianluca Baronchelli

La Basilica di Aquileia con Battistero e Sudhalle – By Gianluca Baronchelli

### 6. La città fortezza di Palmanova

Proseguendo, verso l’interno del Friuli, si arriva a Palmanova (9). E’ una città fortezza al centro della pianura, nata per difendere i domini veneziani dall’invasione dei Turchi e dalle mire espansionistiche degli Asburgo. Posizionata all’incrocio tra la Via Julia Augusta e la Strada Ungaresca, Palmanova fu studiata da ingegneri ed esperti militari, guidati dal celebre architetto Giulio Savorgnan, che creò la famosa pianta a stella. Nominata nel 1960 monumento nazionale d’Italia, Palmanova offre al visitatore non solo la fortezza, con le sue possenti mura e le tre porte, tutte e tre riccamente decorate, ma anche la Caserma Montesanto, semi interrata nel bastione e il Duomo del XVII secolo, costruito seguendo il modello della Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, a Venezia. Degne di nota anche la Loggia dei Mercanti, utilizzata dal 1616 ai primi anni del Novecento come mercato coperto, e la Loggia della Gran Guardia, costruita tra il 1599 e il 1601 a difesa del cuore politico e amministrativo della città.

Antica pianta di Palmanova, probabilmente risalente al 1600 - Da Civitates Orbis Terrarum (1572-1680), via Wikimedia Commons

Antica pianta di Palmanova, probabilmente risalente al 1600 – Da Civitates Orbis Terrarum (1572-1680), via Wikimedia Commons

### 7. Una pausa in trattoria per gustare un piatto tipico a base di trota

Per mangiare si può scegliere di rimanere a Palmanova, magari approfittando della ricca offerta della trattoria Alla Campana, o una meta in aperta campagna, Al Vecchio Mulino, a Porpetto, dove la specialità della casa è la trota.

### 8. Le meraviglie del Collio, tra antichi castelli, vigneti e ciliegi

Si punta poi verso est, in direzione del Collio. Il bello del Collio è scoprirlo dal suo interno, senza fretta, lasciandosi stupire da uno scorcio inatteso, entrando nelle cantine, girovagando senza meta tra i paesini. Il punto di partenza ideale è San Floriano del Collio (10), proprio sopra Gorizia. I Formentini, conti per decreto imperiale dal 1623, abitano ancora nel castello costruito sul cucuzzolo di San Floriano. Un castello circondato da uno splendido parco, famoso soprattutto per la sua cantina anche perché, documenti alla mano, i conti Formentini possono dimostrare che il Tocai, il vino scippato dall’Ungheria al Friuli Venezia Giulia, nacque sul Collio.

Da San Floriano, con le sue casette mignon e la sua piazza panoramica, affacciata sulla Piana del Preval, si costeggia il confine, gettando uno sguardo sulla Brda. Si prende la direzione di Plessiva e a Russiz, dove spicca il bianco Castello di Russiz Inferiore (11), in puro stile Windsor, si gira verso Capriva. Lì basta salire su un altro colle per trovare un altro castello, quello di Spessa (12), splendida residenza nobiliare completamente riedificata a fine Ottocento, passata alla storia soprattutto per il litigio, ovviamente per ragioni di cuore, tra il conte Luigi della Torre, il proprietario del maniero, e Giacomo Casanova, suo ospite nel 1773.

Da Spessa si scende verso Cormòns (13), sede della più grande enoteca della zona, in Piazza XXIV Maggio, in pieno centro. Da lì vale la pena puntare verso la scenografica Strada del Vino e delle Ciliegie, che da Brazzano si spinge sino a Dolegna del Collio, seguendo il Fiume Judrio. Una sosta imperdibile, per bere bene, è l’azienda agricola Venica & Venica, in località Cerò. Qui le agili vespe del progetto Il Collio in Vespa diventano quasi fondamentali. La strada è piuttosto stretta, le curve si susseguono veloci, i paesini che si superano, Vencò, Lonzano, Dolegna e poi Scriò, sono davvero mignon, quasi inghiottiti dai grappoli d’uva e dai tronchi rosseggianti dei ciliegi.

Arrivati a Dolegna (14), in località Ruttars si incontra l’ultimo castello del Collio, quello di Trussio, molto residenziale e poco guerresco, un mix di stili, sovrapposti nei secoli. E se la fame si fa sentire, proprio nel castello c’è il ristorante Aquila d’Oro, dove gustare una cucina creativa, che offre grande attenzione alla materia prima.

Una veduta del paesaggio di Cormòns - By Massimo Crivellari

Una veduta del paesaggio di Cormòns – By Massimo Crivellari

### 9. L’eleganza imperiale di Gorizia

Manca solo Gorizia (15) all’appello. Conviene iniziare la visita della città dal suo cuore ottocentesco, nato e cresciuto nel periodo di massimo sviluppo del capoluogo isontino come meta di viaggi e vacanze. E’ la Gorizia di Corso Verdi e Corso Italia, delle grandi ville, dei palazzi che volevano imitare quelli delle grandi capitali dell’impero – Vienna, Praga e Trieste in primis -. Si può partire da Corso Verdi, con il mercato coperto, in stile Liberty, da visitare anche per qualche golosa occasione di shopping, con la Casa del Commercio, attualmente sede dell’Intendenza di Finanza, disegnata da Max Fabiani e il Giardino Pubblico. Sono 20.000 metri quadrati di verde inaugurati nel 1860, con possenti alberi, anche esotici, e ricche aiuole fiorite che cingono la fontana centrale. Da qui, proseguendo verso la stazione centrale, eretta nel 1906, si entra in Corso Italia. E’ la strada delle ville – con Casa Jona, al civico 182, in stile Sezession, Villa Blasig al numero 214, con tanto di pinnacolo di gusto gotico, e Villa Vervega, proprio a fianco, al 226, con una facciata ricca, opulenta.

### 10. Menù mitteleuropei innaffiati da superbi vini doc

Per mangiare tipicamente mitteleuropeo le mete sono tre: il Rosenbar, in Via Duca d’Aosta, che offre le fragranti verdure degli orti locali e il miglior pesce dell’alto Adriatico, Al Chiostro, in Piazza Sant’Antonio, che si ispira alle migliori tradizioni gastronomiche locali, e Al Ponte del Calvario, a Piedimonte, sulla strada che porta a San Floriano, un ristorante che è anche azienda agricola e propone un ottimo vino.

La città di Gorizia vista da S. Floriano - By Luigi Vitale

La città di Gorizia vista da S. Floriano – By Luigi Vitale

#### Photo credit

Foto di copertina: L’Isola di Barbana, Grado, Provincia di Gorizia – By Klenje, via Wikimedia Commons”