Scopri l'affascinante storia di Napoli, dove fatti e finzione vivono fianco a fianco
Circa tremila anni fa, i coloni greci provenienti dall'isola di Rodi sbarcarono nella baia ai piedi del Vesuvio. Qui, su una collina che si affaccia direttamente sul mare e sull'isola vicina, stabilirono una stazione commerciale. Al nuovo insediamento fu dato il nome di Parthenope, in onore della sirena che sottoponeva i marinai al suo canto seducente al largo delle coste incantate dell'isola. Dopo essersi innamorata di uno di quei marinai, lo stesso astuto Ulisse che sapeva resistere al suo canto, si tolse la vita, senza speranza dopo il rifiuto di lui. Il suo corpo fu sepolto nella baia, che tramanda il ricordo della sua figura voluttuosa dai contorni sinuosi.
Fatti storici e mito si fondono nei racconti sulla nascita di una delle città più antiche e affascinanti d'Italia. Dalla storia sappiamo che a metà del V secolo a.C., durante le lotte per la supremazia tra Greci ed Etruschi sulla costa tirrenica, gli abitanti della città greca Cuma fondarono una città più grande e solida a valle di Partenope e la chiamarono Nea Polis, ovvero “città nuova”. Mai nome fu più appropriato per una città in cui antico e moderno convivono quotidianamente in un eterno presente. È stata greca, romana, bizantina, normanna, francese e spagnola prima ancora che italiana, ma anche un po' araba, africana e in tempi recenti persino americana e asiatica… I mille volti di Napoli si mostrano in ogni angolo della città, che ha conservato intatto l'impianto urbanistico adottato dai suoi fondatori cumani nel suo centro antico. Sotto le chiese, i palazzi e le strade che si uniscono nel suo fitto tessuto urbano, si dipana una città parallela, mai completamente abbandonata, fatta di resti archeologici, strade e tunnel scavati nel corso dei secoli nella morbida roccia di tufo che compone questo inquieto terreno di origine vulcanica.
Il nostro viaggio alla scoperta delle fondamenta di Napoli inizia da Via dei Tribunali, che ripercorre il percorso del Decumano Maggiore, l'asse viario principale della città greco-romana. Arriveremo poi al Foro, le cui rovine monumentali sopravvivono nelle sezioni sotterranee della basilica di San Lorenzo Maggiore. Dopo una sosta al cimitero sotterraneo della chiesa dedicata alle anime del Purgatorio, teatro di un macabro culto dei morti, arriveremo alla vivace Piazza Bellini, dove è ancora visibile una parte delle mura greche. Alla fine di Via San Sebastiano si trova il monastero di Santa Chiara, costruito nel XIV secolo sul sito delle terme romane.