By Expedia Team, on September 29, 2017

I 7 cammini in Italia più belli

“I 7 Cammini più belli d’Italia, un viaggio lento nel cuore della penisola

I Cammini hanno un fascino unico e indescrivibile. Permettono di compiere un viaggio lento e consapevole nei luoghi più segreti e autentici della penisola italiana, un percorso di più giorno nella spiritualità, nella storia e nella natura. Un’esperienza da compiere e da ripetere, anche perché l’Italia è terra di Cammini e ognuno può scegliere il “suo”.

### 1. Via Francigena. Cammino di Sigerico

Le vie “Romee” solcano la penisola formando un intreccio di percorsi che spesso si affiancano e si intersecano, contribuendo a fare dell’Italia, soprattutto nella fascia compresa tra il Fiume Po e Roma, un grande territorio di cammini.

Il tracciato ufficiale della Via Francigena, ben segnata (in gran parte con la sagoma del pellegrino e il segnavia VF) e provvista di punti d’appoggio lungo il percorso, segue in gran parte l’itinerario descritto da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nella relazione del suo viaggio verso Roma nel 990. La Via Francigena italiana è divisa in 45 tappe e permette di attraversare paesaggi naturali e culturali che condensano la grande varietà di ambienti, la straordinaria biodiversità e l’enorme tesoro, unico al mondo, di storia, arte e architettura, custodito in ogni piega del territorio italiano.

Dopo aver travalicato la cresta di confine al Colle del Gran San Bernardo (2470 m), punto più elevato toccato da tutta la Via Francigena, si cammina immersi nel paesaggio alpino della Valle d’Aosta, per poi compiere la lunga traversata della Pianura Padana, valicare la catena appenninica e procedere infine in una successione di morbide colline ricoperte di campi coltivati, vigneti e boschi nelle tappe toscane e laziali, prima dell’agognato arrivo a Roma.

Innumerevoli le città d’arte, i borghi, le antiche pievi e i castelli che si incontrano lungo il percorso contribuendo a fare di ogni tappa un viaggio nella storia italiana. La Via Francigena italiana si può affrontare praticamente in ogni periodo dell’anno, preventivando molto caldo in piena estate nelle tappe di pianura e quasi certa presenza di neve tra dicembre e maggio nelle prime due tappe valdostane (evitabili in questo caso partendo da Aosta) e tra gennaio e marzo nelle tappe appenniniche tra Fornovo e Pontremoli.

Arrivo alla Cattedrale di Fidenza lungo la Via Francigena. Foto Andrea Greci

Arrivo alla Cattedrale di Fidenza lungo la Via Francigena. Foto Andrea Greci

### 2. Via di San Francesco

La vita e le opere di Francesco d’Assisi sono un punto di riferimento trasversale, che accomuna fedeli e laici. Allo stesso modo la Via di San Francesco, cammino che collega, da nord, il Santuario de La Verna ad Assisi e, da sud, Roma e Assisi, è un percorso che non può lasciare indifferenti sia coloro che lo percorrono come pellegrinaggio verso la città del santo sia i camminatori che vogliono attraversare il “cuore verde” d’Italia e uno dei “paesaggi storici” più affascinanti d’Europa.

La Via del Nord si sviluppa, in un numero variabile di tappe (da 6 a 8), partendo da La Verna, santuario immerso tra i magici boschi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, e raggiungendo Assisi dopo aver seguito la Val Tiberina e toccato gli storici borghi di San Sepolcro e Città di Castello.

La Via del Sud, a seconda delle varianti e dei percorsi disponibili, può essere affrontata in un numero di tappe variabile tra 8 e 14, permettendo anche in questo caso di visitare luoghi legati alla spiritualità francescana come Greccio (dove Francesco allestì il primo presepe) o magnifiche testimonianze artistiche come la città di Spoleto.

Ad accompagnare il cammino c’è inoltre sempre l’affascinante paesaggio delle colline umbre. La Via di Francesco è contrassegnata dai segnavia bianchi e rossi del Cai e da una “tau” gialla nel tratto toscano e dalla sola “tau” gialla nei settori umbri e laziali.

Nuvole sopra Assisi, meta della Via di San Francesco. Foto Pixabay

Nuvole sopra Assisi, meta della Via di San Francesco. Foto Pixabay

### 3. Via degli Dei

Come una simbolica controparte all’autostrada e all’alta velocità, la Via degli Dei collega Bologna e Firenze in cinque lunghi giorni di marcia tra boschi, piccoli paesi e antiche mulattiere. Percorrendo questo sentiero dalle radici antichissime (esso infatti ricalca un’ antica via etrusca, poi romana), si compie quindi un piccolo viaggio “controtempo”, privilegiando la lentezza alla frenetica ricerca della strada più corta.

Quasi abbondata per anni e poi recuperata negli anni ’80 del XX secolo, la Via degli Dei è ora uno dei cammini più famosi e frequentati, anche perché può essere percorso in meno di una settimana, permette di rientrare facilmente al punto di partenza utilizzando il treno e naturalmente anche perché collega due grandi città d’arte italiane.

Non fatevi però ingannare dai pochi giorni di cammino e dalla quote modeste: le tappe sono abbastanza impegnative, sia per la loro lunghezza che per il dislivello da affrontare. In compenso il sentiero è ben tracciato e, salvo inverni eccezionalmente nevosi, può essere percorso praticamente per tutto l’anno.

### 4. Cammino di San Benedetto

Fondatore del monachesimo occidentale, San Benedetto da Norcia, è una delle figure più importanti della storia medievale e italiana e non poteva certo mancare un cammino che collegasse i luoghi del santo e le fondazioni benedettine più importanti dell’Italia centrale.

Il Cammino di San Benedetto si sviluppa per circa 300 km in 16 tappe ed è segnalato con placchette tematiche. Il percorso parte a Norcia, prosegue tra le verdeggianti montagne umbre, transitando da borghi che hanno mantenuto intatto l’essenza di queste terre come Monteleone di Spoleto e luoghi carichi di spiritualità come Cascia, luogo natale di Santa Rita.

Poi si sviluppa tra i borghi e i castelli che punteggiano le alture dell’alto Lazio e infine si tuffa nel cuore benedettino del lazio, dove meravigliose abbazie come Casamari, Trisulti e Subiaco parlano certamente della vita e delle opere del santo e dell’ordine da lui fondato ma trasmettono anche più semplicemente, al pellegrino e all’escursionista del XXI secolo, un senso di pace e un silenzio simili a quelli che si vivono lungho i sentieri.

La meta finale del Cammino di San Benedetto è l’abbazia di Montecassino, luogo simbolo del monachesimo europeo ma anche emblema dei tragici eventi del XX secolo, dato che fu rasa al suolo dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruita.

Non meno drammatici sono stati i terremoti del 2016-2017 che hanno colpito duramente l’area tra Umbria e Lazio e in modo particolare l’area di Norcia e Cascia. Forse anche per questo tornare a camminare su questi sentieri, incontrando anche tante difficoltà, può essere un ulteriore mattone per la ricostruzione fisica e morale di questi borghi.

Il Sacro Speco di Subiaco. Foto pixabay

Il Sacro Speco di Subiaco. Foto pixabay

### 5. Via degli Abati

Una delle tante vie Romee, non a caso chiamata anche “Francigena di montagna”, è la Via degli Abati, che collega Pavia a Pontremoli, attraversando le colline dell’Oltrepò, le valli piacentine e parmensi per giungere in Lunigiana.

In realtà l’origine di questo cammino è più antica di quella della Francigena di Sigerico. Questa via era infatti utilizzata dai longobardi per collegare i ducati della Lombardia e dell’Emilia con quelli toscani e soprattutto dai monaci dell’abbazia di San Colombano a Bobbio, per secoli vero centro nevralgico di queste terre.

Molto meno frequentata della Francigena “ufficiale”, la Via degli Abati consente di compiere un viaggio nelle atmosfere più autentiche dell’Appennino. Il tratto meglio segnato sul terreno (contrassegnato con cartelli tematici e il segnavia VA) è quello da Bobbio a Pontremoli, che è per questo motivo quello maggiormente consigliato anche perché affrontabile in sole 3 tappe.

Nel silenzio dei boschi lungo la Via degli Abati. Foto Andrea Greci

Nel silenzio dei boschi lungo la Via degli Abati. Foto Andrea Greci

### 6. Cammino dei Briganti

Il nome richiama i briganti della Banda di Cartore, che si ribellarono ai Savoia e alla Guardia Nazionale tra il 1861 e il 1870. Ancora oggi questo sentiero attraversa zone aspre, di una natura ribelle, a tratti dolce a tratti severa.

Sette tappe di cammino tra pascoli punteggiati da greggi di pecore, boschi abitati dai lupi, montagne di grande fascino come il Monte Velino, siti archeologici come Alba Fucens e luoghi ameni dove compiere una sosta come il Lago della Duchessa. Partenza e arrivo di questo percorso ad anello è il paese di Sante Marie, vicino a Tagliacozzo in provincia di L’Aquila.

Si tratta comunque di un cammino non adatto a tutti, non provvisto di segnaletica specifica e che necessita di esperienza e preparazione nella lettura del terreno e delle carte.

### 7. Cammino delle Pievi

Nel cuore della Carnia, in una delle zone alpine italiane ancora ingiustamente trascurate, si sviluppa questo “nuovo” cammino ad anello, che parte e arriva a Tolmezzo.

270 km per 20 tappe di cammino, tra boschi sconfinati, antiche chiese abbarbicate su picchi rocciosi, fiumi impetuosi e silenzi avvolgenti. Una grande varietà di paesaggi che si accompagna a numerose testimonianze storiche e architettoniche come la Pieve di San Floriano, in spettacolare posizione panoramica o il Santuario della Madonna del Monte Castellano, il più antico della regione.

Contrassegnato da targhette dedicate, questo trekking è consigliato soltanto tra maggio e novembre perché la probabilità di trovare neve sul percorso negli altri mesi dell’anno è tutt’altro che remota.

La pieve di Sauris. Foto pixabay

La pieve di Sauris. Foto pixabay

#### Photo Credit

Foto di copertina: Via Francigena – By Luca Casartelli – DSC_0905.jpg, CC BY-SA 2.0,

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