Le più belle maschere di Carnevale tradizionali in Italia
“Molte maschere di Carnevale tradizionali arrivano dalla Commedia dell’Arte: Pulcinella, Balanzone, Colombina, Arlecchino. Ogni città ha il suo personaggio!
Festa dello scherzo e della sregolatezza, il Carnevale affonda le sue radici nell’antichità. Già nell’antica Grecia durante il periodo delle dionisiache e nell’antica Roma durante i saturnali era abitudine sciogliere i vincoli sociali e lasciar spazio alla licenziosità e alla dissolutezza. Il capovolgimento dell’ordine stabilito apriva simbolicamente una fase di rinnovamento che metteva fine all’anno passato e annunciava la primavera imminente. La tradizione continua durante tutto il medioevo, assorbita nella cultura religiosa cattolica che vuole l’inizio del Carnevale nove settimane prima della Settimana santa e la fine il martedì che precede il giorno delle Ceneri che inaugura la Quaresima.
Il ricco bagaglio di tradizione e cultura è giunto in parte fino a noi, tanto che ancora oggi il Carnevale conosce in Italia una grande varietà di forme e i festeggiamenti che si rinnovano ogni anno. In alcuni casi invece le abitudini si sono perse per strada, come ad esempio il Carnevale di Roma, famosissimo fino a tutto il Settecento, raccontato anche da Goethe durante il suo viaggio, aveva come clou la “corsa dei berberi” (cavalli di origine nord africana) e la tradizione dei “moccoletti”, che consisteva nell’accendere un moccolo e cercare di spegnere quello dei propri vicini.
Oggi i Carnevali di Venezia, Viareggio, Putignano e Cento continuano ad attrarre un gran numero di visitatori grazie ai carri allegorici, alle feste in maschera e agli antichi riti propiziatori.
Ecco cosa non puoi perdere al carnevale di Cento!
### Le maschere di carnevale tradizionali in Italia
“Datemi una maschera e vi dirò la verità”, così scriveva Oscar Wilde, e diceva bene.
E’ durante il Medioevo che nel periodo del Carnevale le compagnie di attori in maschera prendono l’abitudine di mettere in scena vizi e virtù degli uomini, trasferendo sul palco lo spirito licenzioso del Carnevale in forma di rappresentazione. Nasce la Commedia dell’Arte e ha subito un gran seguito per l’irriverenza dei personaggi e dei temi trattati con ironia e astuzia: uno su tutti il classico canovaccio del padrone beffato dal servo, raccontato in mille storie diverse con colpi di scena e trovate divertenti. I personaggi sono da copione, ognuno di essi caratterizzato da vestiti, accento e personalità unici. Ecco una carrellata per trovare spunto per il prossimo travestimento carnevalesco.
### L’arte dell’inganno: Arlecchino, Brighella e Colombina
Tra i personaggi più conosciuti della Commedia dell’Arte in cui viene esaltata l’astuzia e l’abilità nel creare situazioni comiche e ambigue, si fa spazio la figura di Arlecchino, servo furbo e imbroglione, pronto a truffare i propri padroni avari e senza scrupoli. Nato a Bergamo, è famoso per il suo abito a rombi multicolori e per la maschera dai lineamenti mefistofelici.
Arlecchino va a braccetto con Brighella, anche lui bergamasco, dal temperamento truffaldino e ingenuo. “Deus ex machina” di alcune delle avventure più divertenti della Commedia, Brighella è facilmente riconoscibile per via della sua maschera bianca con filettature verdi.
Nell’arte della truffa c’è posto anche per una donna, Colombina: serva veneziana, civettuola e chiacchierona, è la più abile a sbrogliare situazioni intricate con arguzia e intelligenza. Indossa una cuffietta, una gonna arruffata e un corpetto stretto che lascia intravedere una generosa scollatura.
### I servi tipici e atipici: Pulcinella, Pierrot e Meneghino
Un altro travestimento inconfondibile è quello di Pulcinella, personaggio topico della tradizione italiana, servo vivace ed effimero, costantemente pronto a usare il suo acume per racimolare qualcosa da mangiare. Partenopeo di nascita e nei modi, il suo abito è inconfondibile: camicione bianco, cappuccio dello stesso colore e una maschera nera con un naso a forma di becco.
Rozzo e di buon senso è invece Meneghino, uomo-simbolo di Milano, un po’ pettegolo e un po’ impiccione. E’ caratterizzato da un pantalone verde, una giacca rossa, un panciotto e una parrucca con codino.
Il più acuto e intelligente dei servi però rimane Pierrot, dipinto spesso come il personaggio triste della Commedia dell’Arte (anche per il suo volto pallido e malinconico, con una lacrima sulle gote), è il servo atipico: romantico ma scaltro e svelto nel linguaggio.
### I padroni cattivi e gli uomini buoni: Balanzone, Pantalone, Gianduja e Rugantino
I servi della Commedia non esisterebbero se non ci fossero padroni boriosi e altezzosi da schernire.
Balanzone, per esempio, dotto e sapientone per eccellenza, è il tipico padrone pedante e brontolone che sfrutta le sue conoscenze per dar prova delle sue apparenti peculiarità. Cappello nero a falde larghe, toga lunga e colletti di pizzo, Balanzone è il simbolo della giustizia (inconcludente).
Dai molteplici difetti e dalle poche virtù è anche Pantalone, veneziano doc, classico mercante avaro e vizioso, alla ricerca costante di denaro a discapito dei suoi sudditi e servi.
Tra i personaggi irriverenti spicca qualche figura buona e generosa, come Gianduja, torinese nell’anima (a lui si deve il nome Gianduiotto), amante del vino ed esempio di carità cristiana.
Infine anche Roma si è conquistata nel tempo la sua personalissima maschera: Rugantino, personaggio trasteverino poetico e rivoluzionario, è diventato protagonista dell’omonima commedia teatrale realizzata negli anni Sessanta da Garinei e Giovannini.
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#### Photo Credit
Foto di copertina: Le mille maschere della tradizione italiana del Carnevale. Fonte: EDAM
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