Vi racconto com’è lavorare al Giro d’Italia
“Uno sguardo al Giro d’Italia dall’interno: l’intervista a Ruben Zambon, che ci racconta com’è lavorare alla gara di ciclismo più famosa della penisola.
Il Giro d’Italia è in corso di svolgimento e come ogni anno le splendide immagini della gara tengono incollati davanti allo schermo gli amanti dello sport e non solo. Sia che lo si guardi solo per ammirare i paesaggi, sia che da veri fan si scenda in strada al passaggio dei corridori, il Giro d’Italia rimane una delle esperienza sportive più belle e coinvolgenti del nostro paese, in grado di unire la nazione da nord a sud.
Come ogni grande manifestazione, la corsa ciclistica è organizzata nei minimi dettagli e ogni giorno sono centinaia gli addetti ai lavori che si occupano di montare e smontare le strutture che permettono lo svolgimento della gara. Fra questi c’è anche Ruben Zambon, un musicista di Torino che da otto anni lavora per il Giro d’Italia. Per l’occasione ci ha raccontato un po’ del dietro le quinte della competizione, svelando anche i suoi ricordi migliori del Giro, fra panorami meravigliosi e pranzi rustici da leccarsi i baffi.
Puoi descriverci il tuo lavoro e cosa fai per il Giro d’Italia?
Io lavoro per la ditta Italtelo e per ogni tappa, insieme al mio team, mi occupo dell’installazione degli archi chilometrici, ovvero quei cartelloni e striscioni che si innalzano in differenti punti del percorso per segnalare la distanza dal traguardo.
Da quanto tempo fai questo lavoro?
Ho cominciato con le Olimpiadi di Torino nel 2006, mentre al Giro d’Italia lavoro da otto anni. La mia prima edizione fu molto particolare perchè la gara partì dall’Olanda.
Questa edizione, la centesima nella storia del Giro, come sta andando?
Molto bene. Siamo partiti dalla Sardegna e abbiamo toccato molti luoghi del sud Italia: è stato un piacere e una bella sorpresa scoprire come anche in questi posti il Giro sia amato e aspettato. La calorosa accoglienza di Messina non la dimenticherò facilmente.
In passato quale regione ti ha colpito maggiormente per la sua passione?
In Veneto il Giro d’Italia è sempre molto sentito: ricordo ancora alcune tappe delle edizioni scorse, come quelle di Asolo o di Valdobbiadene, dove l’entusiasmo dei tifosi dava veramente energia in più ai ciclisti.
Fra i tanti luoghi visti in questi anni, quale ti ha colpito di più?
Ogni tappa è una scoperta, ma sicuramente ricordo quelle sulle Dolomiti, quella di Assisi e soprattutto Matera. Non ero mai stato in quella città e conoscerla grazie alla gara me l’ha fatta apprezzare ancora di più.
Durante le tappe hai la possibilità di scoprire la cucina locale?
Per fortuna sì, dato che il nostro team è abbastanza indipendente. Noi arriviamo sul posto alla mattina presto per montare gli archi, mentre il gruppo passa nel primo pomeriggio. Dopo smontiamo e ci dirigiamo in albergo, che è sempre vicino al luogo di arrivo del giorno successivo. Capita spesso di incontrare già alla mattina dei fan che stanno aspettando i corridori e perciò può arrivare qualche consiglio su dove andare a mangiare o anche un invito a pranzo.
Qualche piatto da ricordare?
Sono veramente tanti. Solo in questa edizione siamo stati in Sardegna, a Palermo e nel Gargano e in ognuno di questi luoghi abbiamo assaggiato dei piatti buonissimi. Di recente abbiamo soggiornato in Abruzzo perchè la gara passava per il parco della Majella sulla vetta Blockhaus e ovviamente non sono mancati arrosticini a volontà.
Ti è rimasto impresso qualche pasto in particolare?
Sono capitate tante occasioni nel corso degli anni, dal pranzo in un agriturismo di Arta Terme a un assaggio in una panetteria di Cerignola, che è difficile sceglierne una. In ogni frangente è stato sempre un piacere scoprire il calore e la gentilezza della gente. Una volta incontrammo un pastore che ci offrì del formaggio primo sale appena fatto e in un’altra fummo invitati a una grigliata in Veneto dove stavano cucinando un intero toro.
Cosa ti ha sorpreso di più della gara in particolare?
Io non sono a stretto contatto con i ciclisti, ma devo dire che l’organizzazione della corsa è veramente meticolosa e dettagliata. La logistica è impressionante: quest’anno per il trasporto dalla Sardegna alla Sicilia c’erano tre traghetti interi a disposizione e per ogni tappa gli alberghi sono prenotati con largo anticipo.
Qualche aneddoto in particolare?
Ogni giorno è diverso, ma è sempre l’entusiasmo dei tifosi a farmi divertire. Per esempio può capitare di trovare qualcuno travestito da pollo che corre insieme ai ciclisti. Il Giro d’Italia è un ambiente pittoresco che in un certo senso aiuta anche i ciclisti nelle loro fatiche. Mi capita di guidare sulle salite che loro faranno in bici, come il Mortirolo o il Passo di Gavia, e ogni volta è difficile immaginare lo sforzo necessario per scalarle pedalando.
LEGGI ANCHE: Giro d’Italia: 5 vette da togliere il fiato!
#### Photo Credit
Foto di copertina: Il campione del mondo Paolo Bettini comanda il gruppo nella discesa della Forca d’Acero – Di Mirko Macari – originally posted to Flickr as Paolo Bettini – Giro d’Italia 2008, CC BY 2.0, https://www.expedia.it/explore/tour-de-france-5-vette-da-togliere-il-fiato)**”
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