Sulle colline Toscane, vicino a Carmignano, Villa il Cerretino gode di un eccezionale panorama a 180 gradi su Firenze e di un parco di 20 ettari dove gli ospiti potranno fare rilassanti passeggiate. Le 6 ampie camere matrimoniali con bagno, arredate con cura e con pezzi di design, possono ospitare fino a 14 persone. I vari saloni, che offrono possibilità di organizzare feste e ricevimenti, sono perfetti per gli ospiti che amano ritagliarsi spazi propri di lavoro e di intimo riposo. La spledida piscina a sfioro appena restaurata con iacuzzi e 2 bagni rendono perfetta la vacanza per gruppi di amici e famiglie numerose che potranno inoltre godere di una grande cucina con camino, sale da pranzo e spazi conviviali nei giardini.
Villa di Cerretino prende il nome dal piccolo bosco di Cerri (forma dialettale con cui anticamente si indicava la quercia) nel quale è immersa nei pressi di Bonistallo. L'insolito schema a corte centrale con elementi tipici delle fortificazioni (come le torrette circolari d'angolo e le mura) e la posizione strategica da cui si domina la strada tra Firenze e Pistoia alimenta l'ipotesi che la struttura sia stata costruita sui resti del fortilizio dei Torrebecchi, degli Strozzi, espugnato e distrutto nel 1325 dalle truppe di Castruccio Castracani nel tentativo di conquistare Carmignano.
All'architettura militare del tardo Quattrocento si mischiano elementi dell’edilizia rurale e della villa nobiliare mediante le varie trasformazioni subite tra il XVI e XVII secolo. Nel Quattrocento il complesso appartenne ai Bini (ne restano vari stemmi su un torrione e nella villa) per poi passare ai Medici a cui è legata la notorietà della villa che fu scelta dal Granduca Francesco I come residenza di Bianca Cappello, la gentildonna veneziana che fu sua amante, poi seconda moglie.
Gli arredi sono stati studiati e realizzati su disegno negli anni 70 da Poltronova. I giardini sono stati progettati da Porcinai (architetto paesaggistico tra i più importanti del Novecento), mentre gli esterni sono stati seguiti da Guido Morozzi che all'epoca era incaricato alla Direzione della Soprintendenza di Firenze (Sezione Speciale per l'esecuzione dei lavori agli edifici monumentali). La disposizione delle opere e la distribuzione degli spazi parla un linguaggio moderno capace di sollecitare emozioni e fornire ispirazioni. Nella Villa si possono ammirare lavori degli esponenti della Pop Art italiana degli anni 60 tra cui Valerio Adami, Mario Ceroli e tutta la scuola di Pistoia (Barni, Buscioni e Ruffi).