By Expedia Team, on October 14, 2015

Cosa devi sapere sul Museo dell’Opera del Duomo a Firenze

Tutto quello che devi sapere sul Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, che, dopo tre anni di interventi, ha riaperto al pubblico nel 2015.

Ci sono voluti tre anni, oltre 500 interventi e un restauro complicatissimo, ma alla fine il Dossale di San Zanobi – il dipinto del 1200 attribuito al Maestro del Bigallo – e numerosi altri gioielli medievali e del Rinascimento, potranno finalmente tornare a risplendere all’interno del nuovo Museo dell’Opera del Duomo di Santa Maria del Fiore che riaprirà, a Firenze, il prossimo 29 ottobre.

Presenteremo un museo nuovo, una collezione mai vista – spiega monsignor Timothy Verdon, storico dell’arte e direttore della nuova struttura – frutto di un restauro “resurrezionale” che rappresenta la più grande iniziativa artistica a Firenze degli ultimi anni“.

### L’ampliamento degli spazi espositivi

E infatti delle 750 opere custodite in questo museo – che vanta la maggiore collezione al mondo di arte e scultura sacra medievale e rinascimentale fiorentina, da Donatello a Michelangelo, da Lorenzo Ghiberti a Luca della Robbia – sono oltre 200 i capolavori sottoposti a restauro, presto visibili al pubblico. Si tratta di realizzazioni che erano destinate a riempire gli spazi esterni e gli interni delle strutture ecclesiastiche che sorgono davanti al museo – il battistero di San Giovanni, il Duomo, il campanile di Giotto – e che il Museo dell’Opera avrebbe dovuto ospitare. Tuttavia, per i primi 120 anni d’esistenza, questa struttura rimase troppo piccola per adempiere a questo compito e per tanto, troppo tempo, le opere più “ingombranti” rimasero chiuse in casse, dimenticate nei depositi. Con gli anni, nel tentativo di ampliare i suoi spazi, l’Opera si servì persino di una struttura che era stata prima teatro e poi garage per le macchine e per la quale fu elaborato un progetto di allestimento globale.

Ma il definitivo, rivoluzionario ampliamento – che consentirà finalmente di riunire opere inizialmente concepite per stare insieme, ma successivamente disperse – sarà visibile a tutti il prossimo 29 ottobre, con l’inaugurazione della nuova area che riattiverà quel dialogo tra Antichità, Medioevo e primo Rinascimento, che fu grande vanto per Firenze.

Donatello, Abacuc. Allestimento del nuovo Museo dell’Opera Firenze. Picture by Claudio Giovannini. Courtesy Museo dell’Opera del Duomo Firenze

### I capolavori riportati alla luce

Alcune opere hanno richiesto un intervento particolarmente complesso. “Per la Maddalena penitente di Donatello – ribadisce Verdon – l’opificio ha eseguito per noi un restauro “miracoloso””. Ed è così che questa statua in legno, della quale il Vasari apprezzava l’anatomia “perfettamente studiata”, potrà tornare a “sconvolgere” e affascinare gli spettatori, oggi come un tempo, attraverso il suo scabro realismo e quello sguardo pieno di tenerezza e devozione.

Grazie al nuovo spazio espositivo, più che raddoppiato rispetto al museo precedente, verranno maggiormente valorizzati capolavori unici come la Pietà di Michelangelo, i Profeti di Donatello, Abacuc e Geremia, la leggendaria Porta del Paradiso e la Porta Nord di Lorenzo Ghiberti del Battistero di Firenze. Quest’ultima sarà visibile per la prima volta dopo il restauro che ha consentito il recupero, dopo sei secoli dalla sua realizzazione, dell’oro che ricopriva le sculture della monumentale opera.

Ma il “pezzo forte” di questo incredibile trionfo dell’arte è rappresentato dalla sala maggiore del museo (40 metri x20x20) che accoglie la ricostruzione a grandezza naturale – un colossale modello in resina – dell’antica facciata del Duomo di Firenze, realizzata da Arnolfo di Cambio a partire dal 1296, mai terminata e distrutta nel 1586. Le sue oltre 50 statue sono state ricollocate nelle nicchie o posizionate di fronte. La Galleria della Cupola del Brunelleschi raccoglie, invece, materiali e attrezzi del 1400, oltre alla maschera funebre del grande architetto.

Sala antica, facciata. Courtesy Museo dell’Opera del Duomo Firenze

### Il sistema museale del Grande Museo del Duomo

Lo straordinario sforzo di conservazione e recupero del patrimonio è costato all’Opera di Santa Maria del Fiore – l’istituzione fondata nel 1296 per la realizzazione del Duomo di Firenze – 45milioni di euro di risorse proprie, investite senza l’aiuto di contributi pubblici. Il Museo dell’Opera del Duomo fa parte del sistema museale del Grande Museo del Duomo che abbraccia – come una giostra che continua a girare priva di cigolìo, nonostante i secoli – il Duomo di Firenze, la Cupola del Brunelleschi, la Cripta di Santa Reparata, il Battistero di San Giovanni e il Campanile di Giotto.

Dalla sala dell’antica facciata il percorso, studiato anche per il visitatore frettoloso, condurrà lo sguardo attraverso la Porta del Paradiso per accompagnarlo, poi, alla volta della sala più intima e “spirituale” caratterizzata dalla Pietà e dalla Maddalena, immergendolo all’interno della Galleria delle Cantorie di Luca della Robbia e di Donatello e in quella dell’Altare d’Argento, frutto della mano di vari artisti, a cavallo tra il 1300 e il 1400.

A tessere il dialogo tra epoche e stili diversi in una sinfonia armonica, due grandi sarcofagi di epoca romana che per tutto il medioevo abitarono all’esterno del Battistero, o la lunga teorìa di sale che documenta il processo che portò, nel 1880, alla realizzazione della facciata neogotica che oggi adorna il Duomo, tra disegni, dipinti, statue di marmo, frutto del raffinato impulso architettonico e decorativo che caratterizzò il periodo risorgimentale.”