By Expedia Team, on March 30, 2020

Le 20 migliori canzoni sul viaggio

“La musica, col suo fortissimo potere evocativo e comunicativo, è da sempre uno degli strumenti migliori che abbiamo per “viaggiare” con la mente quando vogliamo staccare dalla routine quotidiana, rilassarci o ricaricarci. Lontana dall’essere soltanto una forma di divertimento, questo mezzo di espressione fantastico ci permette anche di conoscere paesi e culture lontane, di fissare immagini e ricordi facendo da colonna sonora ai momenti della nostra vita, o ancora di farci partire sollecitando pensieri ed emozioni. A chi non è capitato di rivivere un viaggio, un avvenimento, una relazione attraverso una canzone? Probabilmente a tutti! Canzoni da viaggio per ricordare, imparare e sognare la prossima avventura.

Che siano brani in lingue o sonorità esotiche, che nei loro testi ci raccontino di partenze e arrivi, o che semplicemente abbiano quella particolare attitudine da _r_oad trip, in questa guida abbiamo raccolto le migliori canzoni sul viaggio dagli anni ’60 ad oggi.

### 1. “Hotel California” degli Eagles

La prima canzone del nostro elenco, titolo anche del disco da cui è estratta, è un pezzo di storia della musica americana e mondiale, un brano rock che la rivista “Rolling Stones” ha inserito al 49° posto delle 500 canzoni migliori di sempre. Siamo nella California del sud verso la fine degli anni settanta e gli Eagles, con la voce del cantante e batterista Don Henley, cantano del viaggio onirico verso questo fantomatico hotel che rappresenta il lato edonista del sogno americano, fragile e pieno di eccessi, un luogo dove perdersi che “può essere inferno ma diventare anche paradiso”.

Mettersi alla guida su una delle grandi strade americane, magari in mezzo a un deserto, in direzione sud, non avrebbe migliore colonna sonora!

“On a dark desert highway, cool breeze in my hair, warm smell of colitas, rising up through the air…”

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### 2. “Follow the sun” di Xavier Rudd

Questo successo del 2014 del cantautore australiano Xavier Rudd cavalca, aggiornati e riadattati, i temi introdotti e suonati dagli hippies degli ani sessanta: il rispetto dell’ambiente, il ritorno alla natura e ad uno stile di vita più semplice, e traccia un percorso che allontani la società moderna dal materialismo dei giorni nostri. Il ritmo sincopato della chitarra acustica, la voce calda del cantautore, i suoni e l’arrangiamento tipicamente folk, ne fanno uno dei pezzi moderni più adatti ad essere ascoltati durante i vostri viaggi, una poetica meditazione cantata che vi rimetterà in pace con il mondo.

“So follow, follow the sun, the direction of the birds, the direction of love, breath, breath in the air, cheerish this moment, cheerish this breath…”

### 3. “Africa” dei Toto

Un’icona del Pop, una di quelle canzoni eterne che, uscita nel 1982, è ancora una tra le più ascoltate a livello planetario. I Toto la lanciarono come singolo dell’album Toto IV, e da allora è stata interpretata da moltissimi artisti e usata come colonna sonora di film, videogiochi (GTA) e serie tv (I Griffin, American Dad). La canzone parla dell’amore per una ragazza ma fa moltissimi riferimenti al continente africano tanto che l’artista tedesco Max Siedentopf ha creato, nel 2017, un’installazione sonora nel deserto della Namibia che passerà in loop il pezzo della band di Los Angeles per un tempo indefinito.

“As sure as the Kilimanjaro rises like Olympus above the Serengeti…”

“I bless the rains down in Africa…”

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### 4. “Rocket Man” di Elton John

In un momento della storia in cui imperversavano le missioni spaziali e l’interesse verso i pianeti del sistema solare era al massimo, Marte in primis, il cantautore britannico fece uscire “Rocket Man”, una sorta di confessione di un astronauta che racconta dei timori e delle insicurezze verso qualcosa evidentemente più grande di lui, il viaggio nel cosmo.

Siamo intorno ai primi anni settanta ed Elton John scrive la canzone di getto, durante un viaggio in auto, ne esce una ballata romantica e struggente, sicuramente un pezzo da inserire nella playlist prima di partire. “Rocket Man” è anche il titolo di un film sulla vita di Elton John del 2019.

“…And i’m gonna be high a kite by then, i miss the Earth so much, i miss my wife, it’s lonely out in space, on such a timeless flight…”

### 5. “Sweet Home Alabama” dei Lynryd Skynryd

Ed eccoci ad una delle canzoni on the road per antonomasia, uno di quei pezzi che tutti conoscono e che fa venir voglia di fare lo zaino e partire. Pubblicata nel 1974 negli Stati Uniti dai Lynryd Skynryd, nasce in realtà come risposta a due canzoni di Neil Young che criticavano, accusandolo di razzismo, il sud del paese e l’Alabama in particolare.

Nel testo, oltre a rispondere per le rime a Young, il gruppo celebra con nostalgia il Cotton State, come veniva chiamato in gergo lo stato con Montgomery capitale, i suoi cieli azzurri e l’aria semplice. Celebrata da film, cartoni animati, brani e addirittura videogiochi, “Sweet home Alabama” è la vostra canzone da viaggio definitiva.

“Sweet home Alabama, where the skies are so blue, sweet home Alabama, Lord i’m coming home to you”

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### 6. “Chan Chan” dei Buena Vista Social Club

Qualche secondo di ascolto e le sonorità di questa canzone di Compay Segundo incisa nel 1982 vi trascineranno a Cuba, tra le strade malandate de l’Avana, il fumo dei sigari, il Malecon e i Mojito. Sullo stile del Son, il genere musicale locale degli anni ’20, “Chan Chan” è un viaggio poetico e malinconico. Accompagnato dalla band dei Buena Vista Social Club, il musicista di Santiago ha composto, con un testo semplice e strumenti popolari come la chitarra, le maracas e i bongos, una canzone che è diventata un vero manifesto dell’isola dei Caraibi.

“…El cariño que te tengo, no te lo puedo negar, se me sale la babita, yo no lo puedo evitar…”

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### 7. “Intro” degli XX

Può una band Indie al primo disco, registrato per di più in un garage, regalare al mondo una canzone così bella? Ebbene si, ed “Intro” è qui a dimostrarlo. Abbiamo deciso di inserire questo pezzo strumentale degli XX perché testo o meno, evoca come pochi altri atmosfere sospese, viaggi onirici e scenari suggestivi. Il brano dura poco più di due minuti ma riesce nell’intento di ammaliare chi ascolta praticamente da subito, con un tema che si ripete in crescendo.

“Intro” è diventata la colonna sonora di film e pubblicità, ed è stata scelta inoltre per accompagnare i momenti salienti delle Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010. Chiudete gli occhi e godetevela!

### 8. “The Passenger” di Iggy Pop

Insieme al chitarrista Ricky Gardiner, Iggy Pop ha scritto e pubblicato questa canzone nel 1977, l’anno dell’esplosione del Punk a cui il brano strizza l’occhio. Il riff di chitarra iniziale è uno dei più distinguibili dell’intera storia musicale così come il ritornello che con il suo semplice e diretto “la-la-la-la lalala la” è stato canticchiato da generazioni di rockers.

Scritta sulla S-Bahn di Berlino, la ferrovia cittadina, la canzone racconta in prima persona il “viaggio” di chi vive la notte, tra i bassifondi oscuri delle città ma con il naso all’insù per ammirare il cielo e le sue stelle, per non perdere mai la speranza nel domani. Canzone mitica, un vero must have per ogni viaggiatore.

“I’am the passenger, and i ride and i ride, i ride through the city’s backside, i see the stars come out of the sky…”

### 9. “Born to run” di Bruce Springsteen

Posizionata al 21° posto delle 500 migliori canzoni della storia da “Rolling Stones”, questa sferzata di energia del cantautore statunitense è datata 1975 ed è il primo singolo del disco omonimo. Rabbiosa, sudata, cruda, la canzone parla di speranza, amore e fuga. Fuga da una città che intrappola, che omologa, che annichilisce i giovani e che non da speranze, da qui l’impulso di scappare, di partire come vagabondi, di trovare il proprio destino altrove. Se vi sentite come Bruce e Wendy, la protagonista femminile del pezzo, accendete il motore e partite!

“Baby this town rips the bones from your back, it’s a death trap, it’s a suicide rap, we gotta get out while we’re young, cause tramps like us, baby we were born to run”

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### 10. “Messico e Nuvole” di Paolo Conte

Scritta da Vito Pallavicini nel 1970 e portata al successo da Enzo Jannacci prima e Paolo Conte dopo, “Messico e nuvole” racconta la rassegnazione del protagonista per una storia d’amore complicata, nata e probabilmente finita sotto il cielo del Messico. Un cielo spazzato dal vento e puntellato da nuvole che viaggiano veloci, riempito dal suono delle chitarre e delle armoniche, in un paese che viene definito come il lato triste della vicina America.

La canzone è stata ringiovanita nel 2005 da “Giuliano Palma and the Bluebeaters” che ne hanno fatto una versione ska allegra e disinvolta, una colonna sonora perfetta per il vostro prossimo viaggio in Messico!

“…Messico e nuvole, la faccia triste dell’America, il vento insiste con l’armonica, che voglia di piangere ho…”

### 11. “Society” di Eddie Vedder

Tratto dal capolavoro cinematografico “Into the Wild” (2007), questo pezzo di Eddie Vedder, frontman dei Pearl Jam, possiede la forza emotiva del masterpiece generazionale. Voce e chitarra dell’artista americano si fondono in una canzone dai richiami folk che, insieme al protagonista del film, è l’emblema della protesta sociale contro il mondo moderno, consumista e distratto.

La storia è quella di Chris, giovane viaggiatore solitario che rifiuta la società e parte alla scoperta dell’America a piedi, dal Messico all’Alaska, in una ricerca appassionata di sé e di una verità più profonda. “Society” in sottofondo esalta e accompagna magistralmente il viaggio.

“Society you’re a crazy breed, i hope you’re not lonely without me…”

### 12. “Latinoamerica” dei Calle 13

Se non siete mai stati in America Latina questa canzone del gruppo portoricano dei Calle 13 è lo spot perfetto per farvi venire voglia di partire. Hip Hop e latin rap si mischiano in una canzone che da una parte esalta il continente sudamericano, ne canta le bellezze naturali e paesaggistiche, la forza e l’orgoglio della gente, ma dall’altra ne denuncia il passato difficile, lo sfruttamento da parte dei paesi ricchi, la povertà e i problemi sociali.

Zeppo di citazioni e riferimenti storici, dal gol di Maradona contro l’Inghilterra del 1986 ai libri di Garcia Marquez e Eduardo Galeano, il pezzo è una delle dediche più belle mai scritte ad un paese, in questo caso addirittura ad un continente intero, ascoltatelo prima, durante e dopo il vostro viaggio in Sud America, vi ci ritroverete sempre.

“…Soy lo que me enseño mi padre, el que no quiere a su patria no quiere a su madre, soy America Latina, un pueblo sin piernas, per que camina…”

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### 13. “Take me home country road” di John Denver

Il viaggio come ritorno a casa è il tema centrale in questo brano intramontabile del 1971 scritto a tre mani da John Denver, Bill Danoff e Taffy Nivert. La “casa” in questione è la regione della West Virginia, Stati Uniti, dove tra montagne, fiumi e natura verdissima si snoda la strada di campagna cantata da Denver, l’agognata via del ritorno.

Inserita in moltissime colonne sonore di film e serie tv, cantata da altri artisti e suonata in altri generi musicali, canzone ufficiale della West Virginia University per le ricorrenze e le lauree, addirittura coro da stadio dei tifosi del Manchester United (Take me home, United road), la canzone è una ballata dalla bellezza senza tempo.

### 14. “Miles Away” degli Years around the sun

La spiaggia, le onde, il sole che tramonta in lontananza, una felicità semplice da cercare nel “qui e ora”, di questo parla “Miles Away” nel suo testo sussurrato da Ronnie Dudek con la seconda voce di Dylan Raasch, i due fondatori del gruppo indie/electro californiano. Il disco dal quale è estratta la canzone si chiama “Castles in the sky” ed è del 2010, quindi relativamente recente. “Miles Away” così come gli “Years around the sun” sono rimasti piuttosto defilati rispetto al mainstream musicale, quindi _s_e siete in partenza per un road trip e volete stupire gli amici con un pezzo fresco ma ancora poco conosciuto avete fatto bingo!

“…As we lay in the sand, and we stare at the sky, watch the moon dancing why, as the stars latch our eyes, oh my, there’s no place on earth i’d rather be…”

### 15. “New York” di Alicia Kiss

“Baby i’m from New York, concrete jungle, where dreams are made of…” così inizia il ritornello di Empire State of mind, una lettera d’amore, un inno a New York. Già dalle prime note entriamo nelle atmosfere della città che non dorme mai, nelle sue strade, nei suoi quartieri. Ne viviamo i miti e le leggende, ripercorriamo le avventure di coloro che ne vivono il sogno. Anche se la discografia mondiale è zeppa di canzoni che parlano della Grande Mela nessuno può eguagliare la forza evocativa di Jay-Z e Alicia Keys in questo brano. La città palpita dietro le loro parole e ne sentiamo tutto il suo spirito eclettico e contraddittorio, voglia di partire? Vi capiamo!

“This streets will make you feel brand new, big lights will inspire you…”

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### 16. “Sky and Sand” di Paul Kalbrenner

Con il suo impianto al 100% tech-house, le sonorità elettroniche e l’intro che si riconoscerebbe tra mille, Sky and Sand è uno di quei pezzoni che non può mancare alla vostra playlist da viaggio. Scritta da Paul Kalkbrenner (classe 1977) e da suo fratello Fritz, deve il suo successo mondiale a Berlin Calling, cult movie interpretato dallo stesso Paul (che firmerà la soundtrack). La pellicola descrive la vita di un dj nella notte brulicante di Berlino. Ambientazioni acide, musica techno e club d’avanguardia, cuori pulsanti ed eccessi che descrivono perfettamente la città.

Sky and Sand è evasione, libertà, ritmo. Che l’ascoltiate su un dancefloor, su una spiaggia di Ibiza o in macchina guidando verso il mare, questo è il pezzo che più di tutti ci porta in vacanza. Da ascoltare rigorosamente ad alto volume.

” In the nighttime, when the world is at its rest, you ll find me, in the place i know the best, dancing, shouting, flying to the moon…”

### 17. “Rotolando verso sud” dei Negrita

Il secondo pezzo italiano del nostro elenco è del 2005 ed è il terzo singolo del disco “L’uomo sogna di volare”, dei Negrita, gruppo rock della provincia di Arezzo. Con le sonorità e le atmosfere siamo di nuovo in Sud America, in Brasile per la precisione, dove è stato anche girato il videoclip del brano, forse il più famoso del gruppo. Il pezzo, che ha fatto ballare mezza Italia, ci racconta del percorso della band attraverso il continente parlando anche del viaggio come metafora della ricerca interiore. Chitarre, trombe, tamburi, la voce roca di Pau, e gli scenari spettacolari del Sud America entrano dritti nelle cuffie!

“…Sopra un’onda stanca che mi tira su, mentre muovo verso sud, sopra un’onda che mi tira su, rotolando verso sud…”

### 18. “Born to be Wild” degli Steppenwolf

Il rombo delle motociclette, le strade infinite, l’America degli anni ’60, gli hippies, la ribellione, tutto questo è “Born to be wild”, brano di riferimento per diverse generazioni di viaggiatori on the road. Scritto e registrato nel 1968 dal gruppo canadese/americano degli Steppenwolf, il pezzo è un inno alla libertà, all’avventura, all’amore, con un testo semplice e una musica graffiante, selvaggia, quasi rabbiosa. Collegato al film “Easy rider”, di cui è il tema principale, da un legame indissolubile, “Born to be wild” è considerato anche il primo brano musicale del genere Heavy Metal, un vero pezzo di storia!

“Get your motor running, head out on the highway, looking for adventure, in whatever comes our way…”

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### 19. “Mas que nada” di Sergio Mendez

Il pianista e compositore Sergio Mendez riprese questa samba di Jorge Ben del 1963 e la portò, pochi anni più tardi, a diventare un successo mondiale, tanto da essere considerata una delle canzoni più rappresentative della sua terra, il Brasile. Sin dalle prime note vi ritroverete immersi in questa terra allegra e colorata che vive danzando al ritmo del pandeiro e del tamborim, gli strumenti musicali tipici, e il ritornello non vi uscirà più dalla testa!

“Mas que nada, um samba como esse tão legal, você não vai querer, que eu chegue no final…”

### 20. “If you are going to San Francisco” di Scott McKenzie

Terminiamo la nostra avventura nel meglio della musica da viaggio con un’ altra canzone figlia di quel periodo estremamente prolifico per questo genere che furono gli anni ’60/’70. La canzone, nata per promuovere il Festival di Monterey del 1967, conobbe in breve tempo un successo incredibile grazie soprattutto alla seconda strofa, quel “Be sure to have flowers in your hair”, che incarnava perfettamente lo spirito del movimento hippie. Colonna sonora di diversi film tra cui “Forrest Gump” e” The Rock”, interpretata negli anni da molti altri artisti, la canzone di McKenzie avrà un posto speciale nella vostra playlist. Partite anche voi con un fiore tra i capelli!

“…Summertime, will be a love in there, in the streets of San Francisco, gentle people, with flowers in their hair…”

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#### Photo Credits

Foto di copertina: Monument Valley, America by Crispi fotografie, Under Creative Common License CC0, https://www.expedia.it/explore/15-libri-di-viaggio-da-leggere-almeno-una-volta-nella-vita)”