By Expedia Team, on December 28, 2016

Museo d’Orsay: le 5 opere più scandalose

“Le 5 opere più scandalose del Museo d’Orsay: dall’Origine del mondo all’Assenzio: dipinti segreti, rifiutati dalle istituzioni o vilipesi dal pubblico.

Nell’edificio di una vecchia stazione al centro di Parigi, il Musée d’Orsay raccoglie dipinti, sculture, fotografie e oggetti di arti decorative realizzati dalla metà dell’Ottocento al 1914. Periodo d’oro per l’arte francese, ma ricco di novità rivoluzionarie e scabrose. Per scoprirne ogni segreto è d’obbligo una visita guidata, magari saltando la fila.

Ecco le opere più sconvolgenti del Museé d’Orsay.

### 1. L’Origine del mondo – Gustave Courbet

Fino al clamoroso ingresso al Musée d’Orsay L’Origine del mondo rappresentava il raro paradosso di un dipinto famoso ma quasi invisibile, nascosto com’era nelle segrete stanze di eccentrici collezionisti. Commissionato da un ambasciatore turco-egiziano appassionato di arte erotica, ebbe come ultimo proprietario lo psicanalista Jacques Lacan. L’inquadratura audace, il realismo fotografico e quasi crudo ne fanno un unicum nella sua epoca, nonostante il raffinato linguaggio pittorico che cita le morbidezze di Tiziano, Correggio e Veronese.

L'origine del mondo. Gustave Courbet  , via wikimedia commons

L’origine del mondo. Gustave Courbet , via wikimedia commons

### 2. Rolla – Henri Gervex

Quando Gervex era già un pittore affermato, questo quadro fu escluso dal Salon del 1878 nonostante non fosse soggetto alla giuria perché fuori concorso. Tacciato d’immoralità, restò esposto per mesi presso una galleria parigina, dove attirò folle di curiosi. L’uomo accanto alla finestra è Rolla, il dissoluto protagonista di un poema di Alfred de Musset, che si accompagna a una giovane prostituta.

La pietra dello scandalo non fu il nudo, ma la presenza nell’angolo sinistro della biancheria intima della ragazza addormentata – una sottoveste, una giarrettiera e un corpetto slacciato in fretta – segni evidenti che non si trattava di una semplice modella, bensì di una prostituta. Proprio come aveva previsto Degas, autore della messa in scena.

Rolla. Henri Gervex  , via wikimedia commons

Rolla. Henri Gervex , via wikimedia commons

### 3. L’assenzio – Edgar Degas

Il lato oscuro e rimosso della Belle Epoque, quando artisti e bohemien sperimentavano stati di coscienza alterati con un micidiale mix di assenzio e laudano.

Intenzionato a rappresentare anche gli aspetti più controversi del suo tempo, Degas ritrasse gli amici Ellen Andrée e Marcellin Desboutin in atteggiamento straniato e assente, seduti insieme davanti a un caffè di Place Pigalle, ma distanti anni luce l’una dall’altro per effetto della bevanda. Poiché l’opera danneggiava la reputazione dei modelli, l’autore fu costretto a precisare pubblicamente che i due non erano alcolisti.

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L’assenzio. Edgar Degas , via wikimedia commons

### 4. Olympia – Édouard Manet

Ispirato alla Venere di Urbino di Tiziano, alla Maya desnuda di Goya e alle odalische di Ingres, Olympia suscitò violente reazioni nei contemporanei. Oltre ad aver osato una pittura forse troppo innovativa per i suoi tempi, Monet aveva dato alla Venere distesa della tradizione il volto della nota prostituta Victorine Meurent, il suo atteggiamento sprezzante e distaccato, il suo corpo comune e distante dai canoni di bellezza dominanti. Il dipinto era un’istantanea realistica della prostituzione d’alto bordo a grandezza quasi naturale. In difesa di Manet si schierò Émile Zola, conscio di avere di fronte il primo quadro di una nuova era.

### 5. La colazione sull’erba – Édouard Manet

Cosa c’è di più innocente di un pic nic? Eppure l’opera di Manet non solo fu rifiutata al Salon del 1863 ma, pur divenendo l’attrazione del Salon des Refusés, suscitò uno scandalo tale che alcuni parigini dichiararono di volerla distruggere a ombrellate. Se la struttura prendeva spunto dal Giudizio di Paride di Raffaello, nessuna cornice mitologica giustificava la presenza di una donna nuda (la stessa di Olympia) fra due uomini vestiti in abiti contemporanei.

Divertito dal clamore, Manet soprannominò il quadro “Lo scambio di coppie”. Ma le critiche non si limitarono al contenuto: le pennellate veloci, i violenti contrasti fra luce e ombra, l’uso spregiudicato della prospettiva avevano sconvolto per sempre i tradizionali modelli di rappresentazione.

Colazione sull'erba. Édouard Manet  , via wikimedia commons

Colazione sull’erba. Édouard Manet , via wikimedia commons

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Foto di copertina: Olympia. Édouard Manet , via wikimedia commons

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