Pinacoteca Nazionale a Siena: le 10 più belle opere d’arte
“Essendo sede delle più importanti testimonianze pittoriche della “scuola senese” tra ‘200 e ‘600, la Pinacoteca Nazionale di Siena è senz’altro una delle pinacoteche più prestigiose d’Italia. All’interno dei palazzi Brigidi e Buonsignori, l’esposizione si articola in un percorso che attraversa tre livelli in ordine cronologico: si parte dal secondo piano, che custodisce le opere della pittura senese dalle sue origini (XII sec.) fino alla seconda metà del Quattrocento, per poi proseguire al primo, dedicato soprattutto al Cinquecento e Seicento senese; al terzo piano, infine, si trova la collezione Spannocchi-Piccolomini, che comprende dipinti di artisti del ‘400 e ‘500 fiamminghi, olandesi, tedeschi e dell’Italia Settentrionale. Di quadri da vedere ce ne sono parecchi, ma tra tutte le tavole esposte, in mezzo allo sfarzo degli splendidi fondi oro, ci sono alcuni capolavori che meritano di essere annoverati tra “Gli Imperdibili”.
### 1. La Madonna dei Francescani di Duccio di Buoninsegna
Duccio di Buoninsegna è stato il primo maestro della scuola senese, un artista, quindi, a cui la città risulta particolarmente legata. Il capolavoro di Duccio è senz’altro la Maestà del Duomo di Siena, pala d’altare custodita al Museo dell’Opera Metropolitana, nonché una delle opere d’arte più rappresentative di tutto il ‘300 italiano. Anche la Madonna dei Francescani, tuttavia, merita un’alta considerazione: la tavola, risalente alla produzione giovanile di Duccio, già mette in evidenza i tratti principali dello stile dell’artista, influenzato tanto dall’arte bizantina, quanto dalla scuola di Cimabue. Lo stato di conservazione dell’opera non è tra i migliori, ma non ha impedito alla critica moderna di considerarlo un piccolo gioiello della pittura senese.
### 2. Le Storie di Beato Agostino Novello di Simone Martini
Simone Martini si formò, probabilmente, proprio nella bottega di Duccio di Buoninsegna, per poi diventare uno dei massimi esponenti della scuola senese. Nella Pinacoteca sono custodite diverse sue opere, ma questa è senz’altro una delle più particolari. Si tratta di una pala d’altare dedicata al Beato Agostino Novello, dove spiccano, soprattutto, le quattro storie collocate ai lati del Santo, in cui la vena narrativa del pittore dà spazio a curiose scene di vita medievale.
Miracolo del bambino caduto dal balcone, particolare della pala d’altare – Beato Agostino Novello e Storie
### 3. La Madonna della Misericordia di Simone Martini
Sempre di Simone Martini, merita di essere menzionata anche la Madonna della Misericordia. Quello di Maria come protettrice degli uomini è un tema caro al Medioevo, che in questo caso Martini sa illustrare sapientemente. Con tratti eleganti e rigorosi, il mantello della Vergine si trasforma nel manto celeste, aperto ad accogliere i supplicanti sotto la propria protezione divina.
### 4. La Pala del Carmine di Pietro Lorenzetti
Coetaneo di Simone Martini, anche Pietro Lorenzetti dovette probabilmente formarsi nella bottega di Duccio di Buoninsegna. Questa pala d’altare, originariamente collocata nella chiesa del Carmine di Siena, deve averne viste delle belle: la Pinacoteca ne custodisce infatti le parti principali, ma alcuni frammenti sono in giro per il mondo – due scomparti si trovano ad esempio negli Stati Uniti, uno a Pasadena e uno alla Galleria d’Arte dell’Università di Yale. Si tratta di un’opera monumentale, la cui scena principale è rappresentata sul grande scomparto centrale, che illustra la Madonna col Bambino in Maestà, con quattro angeli e i santi Nicola ed Elia.
Dettaglio della Pala del Carmine, di Pietro Lorenzetti
### 5. L’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti
Ambrogio Lorenzetti, fratello minore di Pietro, deve la sua immortale notorietà soprattutto ai celebri affreschi del Palazzo Pubblico di Siena, le Allegorie del Buono e Cattivo Governo e dei loro Effetti in Città e in Campagna. Questa tavola a fondo oro, in quanto tra le poche opere firmate e datate dall’autore, costituisce un dipinto preziosissimo nella collezione della Pinacoteca. L’iconografia scelta per il tema è insolita: invece di rappresentare l’apparizione dell’Angelo, come tradizionalmente si vede nell’Annunciazione, Ambrogio sceglie di raffigurare l’Angelo mentre spiega a Maria le modalità del concepimento e l’accettazione di Maria stessa.
Dettaglio dell’Annunciazione, di Ambrogio Lorenzetti
### 6. Lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina di Michelino da Besozzo
Parigi, Avignone, Milano, Londra, New York: le opere – in particolare, le miniature – di Michelino da Besozzo sono sparse in tutto il mondo. La notorietà di questo artista lombardo non sarà alla pari di quella di Duccio o Martini, ma l’eleganza del suo stile, unico e inconfondibile, e il suo talento, sono indiscutibili. In questa tavola dal fondo dorato, viene raffigurato lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina: la Madonna tiene sulle ginocchia Gesù Bambino, che porgendo un anello a Santa Caterina d’Alessandria, la prende in sposa misticamente. I visi sono rotondi e paffuti, le linee dolci, i colori delicati, i particolari curatissimi, per un’atmosfera quasi fiabesca.
Lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina, di Michelino da Besozzo
### 7. La Santa Famiglia con San Giovannino del Pinturicchio
Nella sala numero 23, al primo piano, si trova questo tondo firmato da Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio – che starebbe per “piccolo pittore”. Fu un artista estremamente prolifico e, anche, un personaggio piuttosto controverso. La tavola, considerata una delle opere migliori del Pinturicchio, è dedicata alla raffigurazione della Sacra Famiglia con san Giovannino, sant’Antonio da Padova e san Girolamo, inseriti in un paesaggio dai dettagli minuziosi.
### 8. La Discesa di Cristo al Limbo del Beccafumi
Tante sono le opere del Beccafumi che troverete al I piano del museo, dedicato principalmente alla pittura cinquecentesca. Insieme al Sodoma, Beccafumi fu proprio l’ultimo, grande esponente della scuola senese e tra i primissimi fondatori del Manierismo. Questa tavola ritrae Cristo nel Limbo, dinanzi alle porte degli Inferi, con uno stile che trova richiami in parte nella scuola senese del Cinquecento, in parte nei modelli michelangioleschi.
### 9. La Deposizione dalla Croce del Sodoma
Il Sodoma, originario di Vercelli, si trasferì a Siena nel 1501, all’età di 23 anni. Poiché sarà questa città ad accogliere la sua principale produzione, lo si può definire un senese d’adozione. Nella fase di passaggio tra l’arte rinascimentale e quella manierista, fu tra gli artisti italiani più influenti e la Deposizione dalla Croce viene considerata proprio un’icona di questa transizione, essendo tra le prime ascrivibili allo stile manierista. Si può notare l’attenzione particolare – forse influenzata dagli studi di Raffaello – data alle espressioni dei personaggi, le cui figure, dai volumi solidi e compatti, danno vita ad una composizione quasi architettonica, estremamente equilibrata.
### 10. La Natività di Lorenzo Lotto
Appartiene invece alla Collezione Spannocchi-Piccolomini, esposta al terzo piano della Pinacoteca, la Natività di Lorenzo Lotto, uno degli artisti più importanti del Rinascimento Veneziano. Non si tratta di un’opera della scuola senese, ma merita senz’altro un’attenta visione: l’incredibile gioco di luci, i colori brillanti insieme alle linee morbide, ricreano un’atmosfera intima e dolce, che caratterizza in modo unico questo quadro.
Dettaglio della Natività, di Lorenzo Lotto – By Combusken – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17048888
#### Photo Credit
Foto di copertina: Sant’Antonio bastonato dai demoni – Di Sassetta – http://www.aiwaz.net/gallery/sassetta/gc345, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3941636“
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