La casa Rurale o "Colonica" del Podere di Belforte ha origini antiche. Le sue radici sono esse stesse la storia delle colline di Villamagna, sito in cui venne eretta nel Medioevo. Le prime attestazioni risalgono infatti al 1200. La struttura architettonica, le varie pietre-fessure e gli architravi di legno nelle pareti - riportati a vista dopo il restauro- ne chiariscono l’impiego come Torre d’Avvistamento. Nel 1700, con la sua prima ristrutturazione la struttura venne trasformata in una delle residenze dei Conti Degli Alessandri (trasformazione che si palesa ancora tutt’oggi in alcune parti di muro esterno ricoperte da fiori in bassorilievo, ottenute durante la fase di lavorazione dell’intonaco). Solo, in seguito, nel 1800, venne trasformata in una vera e propria azienda agricola chiamata “Il Poggio di Villamagna”. Vicino alla casa è presente anche una nicchia o “Mistadello” con all’interno una Madonna di terracotta, in prossimità della quale, al termine della tradizionale processione, la gente del luogo si incontrava per conviviare e renderle omaggio.

Nel 2010 Paolo e Traudi Minelli hanno iniziato i primi lavori di ristrutturazione che si sono poi trasformati in vero e proprio restauro visto il loro impegno nel non cambiare ma riscoprire e spolverare quello che di meraviglioso c’è sempre stato. Oggi Martin e Manuel Minelli si sono impegnati a conservare questo patrimonio di tradizioni. Si dice anche che a Villamagna vi erano tre miracoli :il primo erano le ciliegie di san Donnino la Chiesa romanica tutta in pietra del 1062 con al suo interno la tela raffigurante la Madonna con il Bambino, San Donnino e San Gherardo opera di Francesco Granacci. Il secondo miracolo era l'ulivo del Podere di Belforte che faceva da solo 6 barili d'olio di oliva e per prendere le olive tre donne impiegavano 2 giorni e mezzo. il terzo miracolo ... ve lo racconterò se verrete a visitarci !!

Bagno a Ripoli si trova a est di Firenze su terreni pianeggianti per circa un terzo della sua superficie e per la restante parte su terreni collinari. Occupa da una parte la zona del Valdarno Superiore mentre dall'altra una parte del Chianti e rimane comunque attacato a Firenze

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