Fu il principe Filippo, duca di Edimburgo, a inaugurare la Royal Australian Mint nel 1965, prima dell'emissione del nuovo dollaro australiano nel 1966. La zecca conia tutte le monete in circolazione e produce medaglie e monete commemorative, mentre le banconote vengono prodotte presso la Note Printing Australia.
Visitando la zecca potrete scoprire il funzionamento dell'impianto, ammirare la National Coin Collection e, infine, passare al negozio interno per acquistare un souvenir.
La visita è gratuita e vi permette di vedere da vicino lavoratori esperti e macchinari. La zecca ha una produzione talmente imponente che in un solo giorno può arrivare fino a 2 milioni di monete, per un totale di oltre 15 miliardi di esemplari dalla sua inaugurazione. Nell'auditorium potrete vedere un breve filmato che illustra il processo di produzione. Dall'alto delle gallerie osserverete l'impianto che vanta il Titan, uno dei macchinari industriali più potenti al mondo, e scoprirete la lavorazione completa, dal lingotto alla moneta.
I visitatori possono azionare una pressa per coniare una moneta personale da un dollaro. Nella National Coin Collection osserverete alcune delle prime monete giunte in Australia e una serie di dollari "bucati" dell'inizio del XIX secolo. Vedrete anche le diverse versioni delle monete australiane prodotte nel corso della storia del Paese, così come esemplari contraffatti ed edizioni speciali.
Presso il negozio della zecca potrete acquistare monete commemorative, medaglie ed esemplari da collezione a tema: dagli animali, al surf, passando per gli sport.
La Royal Australian Mint si trova nel quartiere di Deakin, a circa 6,5 km dalla zona commerciale centrale di Canberra. Gli autobus ACTION provenienti dalla zona commerciale centrale fermano davanti allo stabilimento. Il parcheggio è gratuito.
La zecca è aperta tutti i giorni, a eccezione del Venerdì Santo e di Natale in genere, gli impianti sono fermi durante il weekend. Le visite guidate si tengono due volte al giorno, tranne domenica. L'ingresso è gratuito.
