Le 15 cose da vedere al Museo Egizio di Torino
“Tombe, sarcofagi, mummie e papiri: tra le tante cose da vedere al Museo Egizio di Torino, ecco le 15 che proprio non dovete perdere!
Con i suoi 37000 pezzi, è la collezione di reperti egizi più importante al mondo, seconda solo a quella del Cairo. I quattro piani del Palazzo dell’Accademia delle Scienze, dove ha sede il museo, narrano il Regno Egizio in tutta la sua storia – dall’epoca Predinastica, a quella Tardoantica – incantando i visitatori con preziosissime testimonianze artistiche e materiali. E gli allestimenti? Curatissimi e spettacolari: dopo più di tre anni di lavori, il nuovo percorso espositivo, inaugurato nel 2015, è stato infatti rinnovato completamente. Perdersi tra le file di sarcofagi dorati, vi dirò, è un gioco da ragazzi…al Museo Egizio di Torino, le ore passano in fretta. Se il tempo stringe, ecco qualche consiglio sulle cose assolutamente da non perdere!
### 1. Il Libro dei Morti di Iuefankh
La traduzione e pubblicazione di questo lunghissimo papiro, risalente all’epoca tolemaica (332-320 a. C.), hanno segnato la storia degli studi egittologici. Si tratta infatti del modello che ha fatto da riferimento per l’interpretazione dei cosiddetti “Libri dei Morti“, ovvero quei lunghi rotoli di papiro che venivano inseriti nelle tombe egizie aristocratiche. Costituivano un elemento fondamentale del corredo, poiché su di essi venivano scritte tutte le formule funerarie necessarie per guidare il defunto nel suo viaggio verso l’aldilà.
### 2. La Mummia Predinastica
È la prima nel percorso espositivo e una delle più antiche in assoluto: questa mummia di uomo adulto risale infatti all’epoca Predinastica, ovvero al 3500 a.C (quindi ha più di 5.500 anni!). La mummia, esposta insieme al suo corredo, si trova in posizione fetale all’interno di una vasca ovale: questa era infatti la forma tradizionale della fossa in cui veniva deposto il defunto, che veniva scavata direttamente nel deserto in modo da portare all’essiccazione naturale del corpo. La conservazione delle membra, già in quest’epoca tanto antica, era per gli Egizi un elemento fondamentale nella ritualità funebre, poiché simboleggiava il primo passo verso la vita eterna.
### 3. La Tela di Gebelein
Risalente al 3600-3650 a.C., rappresenta la più antica pittura su lino mai rinvenuta. Venne trovata nel sito di Gebelein, a circa 30 km da Tebe, e i vari frammenti sono oggi riuniti in quattro pannelli. Si tratta di una testimonianza molto importante, poiché illustra, per immagini, alcuni stralci di vita quotidiana e comunitaria del tempo, con scene legate alla caccia, alla danza e alla navigazione.
### 4. La Statua di Redit
Questa scultura, raffigurante la principessa Redit e datata tra il 2592 e il 2118 a.C., costituisce una delle statue più antiche del museo. La dura pietra – in tal caso si tratta di una granodiorite – è lavorata nei dettagli con estrema precisione, tramite l’utilizzo – secondo gli studiosi – di strumenti a loro volta fatti in pietra. L’elemento statuario, già durante l’Antico Regno, diventa una componente importantissima del contesto funerario: simboleggiando la sostituzione del corpo terreno, diviene infatti il nuovo custode del ka, ovvero della forza vitale del defunto.
### 5. La Tomba degli Ignoti
Questa tomba fu rinvenuta, intatta, a Gabelein ed era costituita da un corridoio con tre camere, contenenti sarcofagi, mummie e i rispettivi corredi. Poiché non sono state trovate indicazioni sui nomi delle persone sepolte, è anche nota come Tomba degli Ignoti. Particolarmente interessante è la mummia esposta: in tal caso gli arti sono, insolitamente, bendati separatamente e i tratti del volto, invece di essere “ricostruiti” mediante una maschera, sono disegnati sulle bende stesse.
### 6. La Tomba di Ifi e Neferu
Anche questa tomba, risalente al 2118-1980 a.C, fu scoperta a Gebelein. Stavolta i nomi ci sono: la tomba appartenne infatti a Iti – indicato come capo delle truppe e tesoriere del re – e sua moglie Neferu. L’importanza e la notorietà di questo ritrovamento sono soprattutto legate alle sue grandi pitture parietali ben conservate, oggi disposte in modo oculatamente scenografico lungo i corridoi del museo.
### 7. La Tomba di Ini
È la terza grande tomba di Gebelein, appartenuta al governatore e guardasigilli Ini. La tipologia del ricco corredo, che comprende recipienti ceramici e diversi modellini in legno, diverrà tipica delle sepolture del Medio Regno, come anche la decorazione del particolarissimo sarcofago, che presenta il disegno di due occhi su un lato: non si tratta di una decorazione casuale, ma di un espediente pensato per permettere al defunto di vedere le offerte disposte davanti a lui.
### 8. La statua di Uahka
Tra le statue più antiche, questa scultura in calcare, risalente al 1850 a.C. , è una delle più importanti. Fu rinvenuta nella tomba del governatore Uahka a Qaw el-Kebir e costituisce un singolarissimo esempio di scultura privata: l’autorità provinciale che ritrae, infatti, è qui rappresentata in modo quasi regale, sia per postura che per dimensioni.
### 9. Il Papiro Erotico di Torino
Il Papiro Satirico, anche detto Papiro Erotico di Torino, è senz’altro un reperto unico al mondo. Datato tra il 1186 e il 1076 a.C., si tratta di un vero e proprio documento comico, che raffigura animali umanizzati su un lato e scene pornografiche caricaturali, dall’altro. Con una simile rappresentazione, l’autore voleva evidentemente dare spazio alla più audace trasgressione. Uno degli esempi più graffianti dell’inaspettato umorismo egizio!
### 10. L’Ostrakon della Ballerina
Con il termina ostraka s’intendono dei frammenti di pietra o ceramica utilizzati dalle popolazioni antiche come supporti per il disegno o la scrittura. Questo ostrakon egizio figurato, per quanto piccolo, rappresenta un pezzo preziosissimo nella collezione del museo, poiché diretta testimonianza della reale capacità artistica egizia: sulla scheggia di calcare è raffigurata una ballerina in movimento, un tema assolutamente inusuale che infrange i canoni tradizionali dettati dall’arte, più conosciuta, delle tombe regali.
### 11. La Cappella di Maia
La Cappella di Maia venne scoperta nella necropoli di Deir el-Medina, vicino alla tomba di Kha. Le sue spettacolari pitture in tempera a secco furono rimosse insieme all’intonaco originale, nel 1906, mediante la cosiddetta tecnica “a strappo” e ricollocate al Museo Egizio di Torino. Non serve dare troppo spazio all’immaginazione: lì accanto viene infatti proiettato il video con la ricostruzione digitale di quello che doveva essere l’aspetto originale della cappella.
### 12. La Tomba di Kha e Merit
Fiore all’occhiello del museo, è senz’ombra di dubbio una delle tombe egizie più famose. Rinvenuta nel 1905 nei pressi di Deir el-Medina, restituì un ricchissimo corredo – tra cui letti, sedie, scrigni, statuette, vasi e cibo – e i sarcofagi lignei con le mummie di Kha, capo architetto al servizio del faraone Amenhotep III, e la moglie Merit. Quando fu scoperta, la tomba si mostrava perfettamente e sorprendentemente intatta: ogni singolo oggetto si trovava nella stessa, identica, posizione in cui era stato sistemato 3400 anni prima. I sarcofagi sono spettacolari. Quello di Merit è doppio, quello di Kha addirittura triplo: l’enorme cassa nera esterna racchiudeva un sarcofago nero intermedio con decorazioni a foglia d’oro, all’interno del quale si trovava il terzo sarcofago ligneo, rivestito di lucente stucco dorato.
### 13. La Galleria dei Sarcofagi
La Galleria dei Sarcofagi è un’assoluta novità nel recente allestimento del museo. Collocata al secondo piano, ospita alcuni fra i più bei sarcofagi del Terzo Periodo Intermedio e dell’epoca tarda (1100 – 600 a. C.). Tra questi spicca il set di sarcofagi lignei dello scriba reale Butehamon, che comprende un sarcofago esterno, uno interno e un falso coperchio, finemente decorati esternamente e curiosamente scritti internamente.
Non dimenticate di dare un’occhiata al laboratorio di restauro delle mummie, sulla sinistra – i cui interni sono visibili al visitatore grazie ad una vetrina – e la sala in fondo, dedicata all’Epoca Tarda, in cui, tra gli altri, si possono osservare enormi e massicci sarcofagi in pietra nera.
### 14. La Galleria dei Re
Oscurità, luci soffuse e tantissimi specchi, per la sala più spettacolare del museo. Qui si trovano molte statue colossali, sapientemente disposte nello spazio espositivo. Dopo aver superato le due enormi sfingi in arenaria risalenti al 1292- 1250 a.C. , che sembrano stare lì ad accogliere l’arrivo del visitatore, non si può non soffermarsi ad ammirare la celebre statua di Ramesse II: quella che l’archeologo francese Champollion definì “l’Apollo del Belvedere dell’arte egizia”, costituisce il simbolo del Museo Egizio di Torino.
### 15. Il Tempio di Ellesya
Questo tempio rupestre fu fatto costruire da Thumosi III vicino ad Abu Simbel. Le sue decorazioni, scolpite lungo le pareti, sono state ampliate e rimaneggiate nei secoli successivi, prima con Akhenaten, poi con Ramesse II e infine dagli stessi cristiani, a cui si devono le croci e le stelle a cinque punte. Con l’inizio della costruzione della Diga di Assuan nel 1960, poiché il lago Nasser minacciava di sommergere Abu Simbel e altri templi della Nubia, l’UNESCO s’impegnò in una missione internazionale atta al recupero dei templi nubiani. Tra i 19 che furono smantellati e ricomposti, all’Italia, partecipante all’operazione di salvataggio, ne fu donato uno: si tratta proprio del Tempio di Ellesya, oggi riposizionato al piano terra del Museo Egizio di Torino.
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Foto di copertina: La sfinge nella Galleria dei Re – Foto di Margherita Reboldi –
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