By Expedia Team, on November 8, 2017

Opere Klimt: i 15 quadri più belli

Da New York a Vienna, un viaggio ideale tra le opere di Klimt, per conoscere il meglio del padre dell’Art Noveau. Ecco i 15 migliori quadri di Klimt.

Gustav Klimt è indubbiamente uno degli artisti più amati e popolari di tutta la storia dell’arte. Nasce il 14 luglio del 1862 a Vienna, città a cui sarà fortemente legato per tutta la vita. Dopo aver frequentato la Scuola di Arti Applicate, insieme ad un gruppo di giovani artisti fonda, nel 1897, la Secessione Viennese, un movimento di ribellione agli stretti ed obsoleti canoni dell’Accademia di Vienna. Con il motto “All’arte la sua libertà, al tempo la sua arte“, questo movimento, inserito nella corrente europea dell’Art Noveau, si pone come obiettivo quello di rinnovare l’arte in ogni suo campo, rifiutando ogni tipo di storicismo. Alla base di queste nuove espressioni artistiche, il denominatore comune è uno: il decoro.

Con Klimt, la decorazione diventa un mezzo – e al contempo un fine – ubiquitario, che va ad abbracciare la pittura e tutte le arti applicate. Su fondi dorati, linee dolci e sinuose si intersecano a piccole forme geometriche che riempiono in modo totale gli spazi – sia pittorici, sia architettonici – per soggetti che, soprattutto, si ispirano alla natura e a sognanti mondi allegorici. Il risultato è eccezionale. L’erotismo e la preziosità dei quadri di Klimt liberano un’aura magica, che sull’osservatore esercita una fascinazione sensuale, profonda e impalpabile.

Ecco le 15 opere di Klimt sparse per il mondo che vi sapranno sedurre!

LEGGI ANCHE: Opere Monet: i 15 quadri più belli!

<a href="https://www.google.com/maps/d/embed?mid=1PCtU-cf1n8pgz0-jb6rF-EOVnAA">https://www.google.com/maps/d/embed?mid=1PCtU-cf1n8pgz0-jb6rF-EOVnAA</a>

LEGGI ANCHE: Opere Kandinsky: i 15 quadri più belli!

### 1. La Speranza II

Questo viaggio inizia al MOMA di New York, dove dimora La Speranza II. Non è così frequente trovare raffigurazioni di donne incinta nella storia dell’arte. Klimt, tuttavia, la gravidanza la ritrae due volte: prima con La Speranza I e, poi, con La Speranza II. In questo caso Herma, la modella di entrambi i quadri, indossa una lunga veste decorata con forme geometriche che ne nasconde il corpo quasi totalmente, trasformandolo in un oggetto d’ornamento. La figura, statuaria e completamente assorta in se stessa, tiene sul grembo un teschio, mentre ai suoi piedi sono chinate tre donne, che non è ben chiaro se siano in lutto o in preghiera. Vita e Morte, in quest’opera come in molte altre di Klimt, collidono nel significato dell’esistenza.

La Speranza II, particolare.jpg)

La Speranza II, particolare

### 2. Ritratto di Mäda Primavesi

Di ritratti, Klimt ne ha fatti parecchi, per la maggior parte di donne aristocratiche, spesso sprezzanti e altezzose: come se con nobiltà ed eleganza, l’artista volesse dipingere il fascino decadente di una classe sociale in rovina. È qualcosa che percepiamo anche in quest’opera, nonostante Mäda Primavesi, fotografata in una posa così potente, sia solo una bambina di nove anni. Per un faccia a faccia con lei vi basterà raggiungere il Metropolitan Museum of Art, sulla Quinta Strada.

LEGGI ANCHE: Le 10 cose da vedere al Metropolitan Museum of Art!

### 3. Ritratto di Adele Bloch Bauer

Questo è senz’altro uno dei più famosi dipinti di Klimt, nonché uno dei più rappresentativi del suo tanto celebrato “periodo dorato”. È il trionfo dell’oro, senza mezze misure. Adele Bloch Bauer, una ricca viennese, qui viene trasformata in un idolo: la sua veste, decorata con richiami bizantineggianti, occhi magici, volute e quadratini, diventa un tutt’uno con il preziosissimo sfondo, senza che ci sia più distinzione tra piani prospettici, abbigliamento e corpo. La storia recente di questo quadro è inoltre tra le più avvincenti: confiscato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, fu rivendicato dopo decenni dalla nipote di Adele Bloch Bauer, che dall’Austria era fuggita, nel frattempo, negli Stati Uniti. Successivamente venne acquistato da Ronald Lauder che, comprandolo per 135 milioni di dollari, rese il Ritratto di Adele Bloch Bauer uno dei quadri più cari mai venduti al mondo. Oggi lo troviamo ancora lì, alla Neue Galerie di Ronald Lauder, a New York.

Ritratto di Adele Bloch Bauer, particolare..jpg)

Ritratto di Adele Bloch Bauer, particolare.

### 4. Faggeto I

Si cambia continente e si cambia completamente tema: siamo in Europa e siamo di fronte ad un paesaggio. Nonostante siano meno notori al pubblico, i paesaggi che il pittore viennese dipinse sono tantissimi. Uno di questi, che ben si presta all’osservazione dei caratteri salienti di questa tipologia di opere klimtiane, è il Faggeto I, custodito nella Gemäldegalerie Neue Meister dell’Albertinum di Dresda. In quest’opera osserviamo un fitto faggeto, dove gli alberi, ritti e sottili, sembrano quasi volersi fare metafora della solitudine umana. L’orizzonte – come d’altronde l’osservatore – è tagliato fuori dal quadro, creando uno scenario che, seppur vicino, rimane impenetrabile. Come per tutti i paesaggi di Klimt, si tratta, più che di un panorama, di una porzione quadrata di natura: come uno zoom sulla realtà, una sorta di “arte a pezzetti”.

Faggeto I

Faggeto I

### 5. La Vergine

Terminato il periodo d’oro, Klimt sviluppa una pittura dai colori più marcati e dai tratti più duri. Ciò si vede bene in La Vergine, tela del 1913 custodita presso la Národní Galerie di Praga. L’opera possiede una forte essenza erotica: il pittore raffigura sei donne aggrovigliate tra loro in posizioni scandalose, abbandonate in vortici di fiori coloratissimi. I temi centrali del quadro sono quelli umani della sessualità, dell’amore e della rigenerazione, come suggerisce la forma circolare della composizione.

### 6. Fregio Stoclet

Nel 1904, l’industriale Adolphe Stoclet commissionò agli artisti delle Secessione Viennese la costruzione della sua dimora a Bruxelles, quello che oggi conosciamo come Palazzo Stoclet. Liberi da ogni condizionamento, i giovani secessionisti poterono cimentarsi, finalmente, nella realizzazione di un’opera d’arte globale. Klimt si occupò della decorazione della sala da pranzo, dove realizzò un enorme e meraviglioso fregio a mosaico, di funzione, principalmente, ornamentale. Quattro sono i soggetti rappresentati dall’artista: l’Albero della Vita, l’Attesa, l’Abbraccio e il Cavaliere. Purtroppo, essendo Palazzo Stoclet una residenza privata, non è accessibile al pubblico ma, fortunatamente, il Museo delle Arti Applicate di Vienna – in tedesco: Museum für angewandte Kunst – custodisce tutti i cartoni preparatori del fregio.

### 7. Morte e Vita

Vienna è la madre e la casa di Klimt. È in questa città, di conseguenza, che troverete le più importanti collezioni dedicate alla sua arte. Il Leopold Museum conserva una delle raccolte d’arte moderna austriaca più ampie al mondo, che comprende anche numerose opere di Klimt. Tra queste, una delle più importanti è Morte e Vita, un dipinto del 1910 in cui il pittore dà spazio ad una potente raffigurazione allegorica dell’esistenza: la Morte, rappresentata da uno scheletro avvolto in una veste rivestita di croci, si contrappone minacciosa alla Vita, simboleggiata dal gruppo di personaggi, aggrovigliati tra loro, sulla destra del quadro. La contrapposizione delle forze di Eros e Thanatos, riportata su una tela.

LEGGI ANCHE: Cosa vedere a Vienna, tra parchi, musei ed edifici monumentali!

Morte e Vita

Morte e Vita

### 8. Il Fregio di Beethoven

Nel 1902, i secessionisti viennesi organizzano una mostra interamente dedicata a Ludwig van Beethoven, per celebrare la Musica – in qualità di regina di tutte le arti – e l’ideale del Genio artistico, che lo stesso Beethoven impersonava. Il Fregio fu dipinto da Klimt proprio in quell’occasione, lungo le pareti del Palazzo della Secessione, dove tutt’oggi si trova. Lasciandosi ispirare dalla Nona Sinfonia, Klimt dipinge tre sequenze tra loro connesse: L’anelito alla felicità, le Forze ostili e l‘Inno alla gioia. Il messaggio allegorico è, a differenza del Fregio Stoclet, in tal caso potentissimo, come lo è il suo decorativismo.

### 9. ll Bacio

La Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, ospitata in uno dei palazzi barocchi più belli d’Europa, conserva un enorme numero di quadri firmati da Klimt e selezionarne pochi importanti non è impresa facile. Nonostante questo, si può dire, senza alcuna esitazione, che il posto d’onore spetti a Il Bacio, l’opera in assoluto più popolare dell’artista viennese, oltre che una delle più celebri in tutta la storia dell’arte. Il dipinto appartiene, com’è ben evidente, al periodo d’oro dell’autore, che raffigura due amanti mentre si stringono in un bacio appassionato. Come nel Ritratto di Adele Bloch Bauer, lo sfondo dorato abbraccia le vesti dei due personaggi, decorate con motivi bizantineggianti, volute, forme geometriche e fiori variopinti. Un decorativismo sfrenato, regalato al tema della passione umana.

Il Bacio, particolare

Il Bacio, particolare

### 10. Giuditta I

Fino ad ora, nessuna opera d’arte ha saputo fissare su tela uno sguardo d’intensità confrontabile a quello della Giuditta I. In questo dipinto, risalente al 1901 e custodito all’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, Klimt ritrae la sua modella Anna nei panni di una prorompente, sensualissima Giuditta, immersa in un bagno d’oro e impreziosita da particolari minuziosi. La testa di Oleferne, tra le mani della donna, si intravede appena nell’angolo in basso a destra: la femme fatale, seduttrice crudele, è per l’amante addirittura letale.

### 11. Il Girasole

Quello del girasole è un soggetto insolito nella pittura klimtiana e, proprio per questo, particolarmente degno di nota. Acquisito di recente dalla Galleria Belvedere, questo quadro ritrae un girasole immerso in una natura verdeggiante e, come succede in tutti i paesaggi di Klimt, impenetrabile. Molti critici sono convinti che, più che di un semplice zoom sulla natura, in tal caso siamo di fronte, di nuovo, ad una sorta di ritratto femminile: la geometria del girasole, che a fatica si distingue dallo sfondo, è, effettivamente, inconsueta e potrebbe essere associata ad un personaggio antropomorfo. Non bisogna dimenticare che Klimt era anche un simbolista: l’equivalenza donna=fiore e fiore=donna doveva essere per lui assolutamente lecita e condivisibile.

Il Girasole - by bm.iphone - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/bmiphone/5351169514

Il Girasole – by bm.iphone – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/bmiphone/5351169514

### 12. Signora con cappello e boa di piume

Di nuovo un ritratto, di nuovo alla Galleria Belvedere. Dipinto dall’artista viennese nel 1909, questo quadro ha un significato importante, perché rappresenta un punto di rottura con la tradizionale ritrattistica klimtiana. Innanzitutto, la donna del quadro, ritratta a mezzo busto e non a figura intera, viene immortalata in un’ambientazione esterna (una strada di Vienna) e non nell’atelier del pittore. Inoltre, i motivi decorativi tipici dei ritratti femminili di Klimt, in Signora con cappello e boa di piume vengono meno: il vortice adimensionale di geometrie e spirali che tipicamente coinvolge abiti e sfondo scompare, e la protagonista inizia ad acquisire una certa indipendenza dallo sfondo.

### 13. Adamo ed Eva

Adamo ed Eva fa parte, ancora, della collezione della Galleria Belvedere. Si tratta dell’ultima opera che il pittore realizzò prima di morire, tant’è che fu ritrovata nel suo atelier, ancora incompiuta. Questa tela verticale appartiene all’ultima fase di Klimt, il cosiddetto “stile fiorito”, caratterizzato da colori cupi e da tratti decisi. Nonostante ritragga una coppia, è evidente come il soggetto centrale sia la donna, la quale nasconde, col suo corpo e la sua luce, l’uomo alle sue spalle. È la figura della donna a rimanere, fino alla fine e in tutte le sue varianti, la più grande ossessione di Klimt.

### 14. Giuditta II

Nel 1909 Klimt realizzò una seconda versione della Giuditta, che oggi ci porta in Italia, alla Galleria internazionale d’arte moderna di Venezia. In questo caso, l’ambivalenza della femminilità, che è sia bellezza, sia pericolosa seduzione, viene ulteriormente enfatizzata: la donna, pur sempre bellissima, in Giuditta II è meno delicata ancor più crudele, come ci suggeriscono le mani arcigne che per i capelli trattengono la testa di Oloferne.

### 15. Le tre età della donna

L’ultimo, bellissimo capolavoro di Klimt, che va a concludere questo viaggio, è Le tre età della donna, oggi conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Il pittore dà un volto all’infanzia, alla maternità e alla vecchiaia, tra loro contrapposte, in una rappresentazione della vita che – come spesso si vede nell’arte di Klimt – è inevitabilmente ciclica. In questo caso, la raffigurazione è tuttavia particolarmente toccante: la dolcezza della bambina commuove, la grazia della giovane donna incanta, la disperazione dell’anziana sgomenta. Siamo all’apice della raffinata poetica simbolista klimtiana.

Le tre età della donna, particolare.

Le tre età della donna, particolare

#### Photo Credit

Foto di copertina: “Il bacio” di Klimt – By Gustav Klimt – Google Art Project, Public Domain,

15 libri di viaggio da leggere almeno una volta nella vita

Una selezione di libri di viaggio per trovare l’ispirazione e girovagare con la mente

Fotografia di viaggio: consigli per un reportage da chi lo fa per lavoro

Fotografia di viaggio, consigli di Vittorio Sciosia, un fotografo che ha fatto del reportage di viaggio un lavoro

Ryokan tradizionali in Giappone

Per sperimentare la tipica ospitalità nipponica, scegliete di alloggiare in uno di questi ryokan tradizionali in Giappone selezionati dai nostri blogger

Stile hanok: guesthouse tradizionali coreane

Per un’esperienza autentica nel paese del calmo mattino, non perdete l’occasione di alloggiare in una di queste cinque guesthouse tradizionali coreane

Soggiorno in un tradizionale pub inglese

Cibo tradizionale, atmosfera rustica e fantasmi: un soggiorno in un tradizionale pub inglese è un’esperienza da provare almeno una volta nella vita