By Expedia Team, on January 5, 2018

Opere Picasso: i 15 quadri più belli

Dalla Russia agli USA, attraversando l’Europa, viaggio tra le più importanti opere di Picasso: 15 quadri del genio del ‘900, icona dell’avanguardia.

Nato nel 1881, morto nel 1973: 92 anni di vita che hanno reso Pablo Picasso il più prolifico, eccentrico e rivoluzionario artista del XX secolo. Ha realizzato decine di migliaia di opere, tra dipinti, disegni, ceramiche, sculture, incisioni e litografie, senza mai smettere di reinventarsi. Cosa lo contraddistingue più di tutto? La sua continua trasformazione come artista, la sua assoluta libertà di fronte al mondo che lo circondava, il rifiuto del conformismo in ogni sua forma e preconcetto (compreso il canonico senso di “bellezza”), il culto della donna come fonte inesauribile d’ispirazione, la ricerca di nuove percezioni universali da trasmettere attraverso la sua arte che, innanzitutto, doveva racchiudere ed esprimere sentimento.

Sono belle – e un po’ ci illuminano – le parole di Italo Calvino: “Picasso ha detto tutto quello che si poteva dire nel senso di storia del segno grafico e pittorico, di storia pubblica mondiale, di storia autobiografica. Insomma: l’unico uomo dopo Shakespeare che ha espresso il mondo e se stesso in modo totale“.

Se poi si vogliono riprendere gli schematismi più classici, la sua produzione artistica viene di norma suddivisa in tre fasi (periodo blu, periodo rosa e cubismo), differenziate in base ai soggetti raffigurati, le tematiche affrontate, lo stile grafico, la raffigurazione degli spazi e dei volumi e la tavolozza cromatica. I suoi lavori sono sparsi in tutto il mondo e molti, dopo essere stati venduti a prezzi record, oggi appartengono a collezioni private. Le opere di Picasso fruibili al pubblico tuttavia non mancano, anzi: eccone 15 che sapranno farvi viaggiare in lungo e in largo.

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### 1. Driade

Custodita all’Ermitage di San Pietroburgo, la Driade costituisce un’opera importante nella fase cubista di Picasso, inaugurata poco tempo prima con Les Demoiselles d’Avignon. Per la prima volta, nella composizione viene inserito il paesaggio, concepito in una forma totalmente nuova: non si tratta di uno sfondo, né di un’atmosfera, ma di un insieme di forme che costruiscono le cose naturali, rendendole oggetti solidi e palpabili. Uomo e natura sono fatti della stessa, concreta sostanza, che li unisce in un unico piano spaziale.

La Driade, particolare - by Nicho Design - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/nichodesign/10962197245

La Driade, particolare – by Nicho Design – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/nichodesign/10962197245

### 2. Bottiglia, bicchiere e violino

Il 1912 inaugura il cosiddetto “cubismo sintetico”, una nuova fase nella produzione artistica di Picasso. All’inizio di questo periodo, Pablo abbandona momentaneamente il pennello e si concentra sulla ricerca della forma elementare attraverso i _papiers collés,_ che utilizza per rappresentare nature morte. Gli oggetti che l’artista sceglie di raffigurare sono estremamente semplici: pezzi di vita quotidiana che, mediante la tecnica del collage – e quindi con l’utilizzo di materiali pre-esistenti (come carta, stoffa e legno) – acquisiscono un’inedita oggettività formale. Bottiglia, bicchiere e violino, oggi esposto al Moderna Museet di Stoccolma, è un esempio calzante di questa produzione.

### 3. Donna che piange

In questo quadro Picasso ripropone, in altre forme, la donna che piange tenendo il figlio morto tra le braccia nella parte sinistra di Guernica. Sostanzialmente, si tratta di un focus che ritaglia un particolare e lo trasforma in un lavoro indipendente e compiuto, sintetizzando e conservando tutta l’atmosfera apocalittica dell’opera madre. Donna che piange, oggi entrato a far parte della collezione della Tate Modern di Londra, possiede tuttavia delle differenze importanti rispetto a Guernica: oltre all’aggiunta del fazzoletto, morso dalla donna in preda ad un estenuante dolore, qui i colori sono accesissimi e contrastanti, per un effetto di stridente potenza che acuisce ulteriormente la drammaticità del soggetto.

Donna che piange, particolare - by Nicho Design - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/nichodesign/10962390773

Donna che piange, particolare – by Nicho Design – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/nichodesign/10962390773

### 4. Donna seduta su una poltrona rossa

Il 1932 viene ricordato come l'”anno erotico” di Picasso: in questo periodo, l’artista si concentra sulla sua musa n°2, Marie-Thérèse Walter, che ritrae continuamente utilizzando linee dolci e sinuose, in atmosfere sognanti e sensuali. Donna seduta su una poltrona rossa, sempre esposto alla Tate Modern, fa parte proprio di questa fase, a cui appartiene anche il celeberrimo Il sogno, uno dei dipinti più famosi di Picasso, oltre che uno dei più costosi della storia: venduto all’asta nel 2013 al prezzo di 155 milioni di dollari, oggi fa parte di una collezione privata.

### 5. Ritratto di Olga Khokhlova

Sono stati scritti interi libri sul rapporto che Picasso aveva con le donne, che per lui erano, senza vie di mezzo, “Dee o zerbini“. Picasso ebbe due mogli e tantissime amanti. Quando ai suoi occhi apparivano come dee, si trasformavano in muse ossessionanti, da ritrarre all’infinito. Di Olga Khokhlova, la sua prima moglie – e prima musa – esistono centinaia di ritratti. Questo, risalente al 1918, è tra i più noti della collezione del Musée National Picasso di Parigi.

### 6. Massacro in Corea

Il Musée National Picasso di Parigi custodisce anche Massacro in Corea, opera particolarissima e di grande potenza visiva. Come aveva già fatto con Guernica, nel 1951 Picasso utilizza la tela come un’arma di denuncia e una dichiarazione pubblica, che testimonia l’orrore di quello che viene ricordato come il “massacro di Sinchon“: nella Corea del Nord, nel 1950, più di 35.000 civili furono barbaramente uccisi, in “un’operazione anticomunista” guidata, soprattutto, dall’esercito statunitense. Il quadro, che nell’idea compositiva si rifà al 3 maggio di Goya, ritrae un gruppo di donne e bambini che attendono la fucilazione da parte di un plotone schieratogli di fronte. I soldati sono degli automi, i fucili delle futuristiche macchine da guerra: il ritratto di una morte che non lascia spazio ad alcuna dimensione umana.

### 7. La gioia di vivere

Gli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale sono contraddistinti da un entusiasmo nuovo, che tocca anche la produzione pittorica di Picasso. L’artista trascorre il 1946 sulla Costa Azzurra, dove conosce il conservatore del museo di Antibes, per cui realizzerà una cospicua raccolta di opere. La gioia di vivere è, di queste, forse la più rappresentativa. La festosità nata dalla libertà riconquistata, rivive attraverso un nuovo mondo mitologico (vediamo una donna che si eleva in una danza magica, accompagnata da centauri musici e da capretti) che si ispira al culto della donna e, in particolare, alla sua musa di allora, François Gillot. Questo quadro, che per dimensioni e struttura compositiva ricorda la Guernica (pur suscitando emozioni ad essa diametralmente opposte), è esposto all’interno dell’antico Castello Grimaldi, sede del Museo Picasso di Antibes.

### 8. Las Meninas

Nel corso della sua vita, Picasso si concentrò anche sullo studio e sulla re-interpretazione dei grandi artisti che lo avevano preceduto. Dopo le variazioni realizzate su Donne di Algeri di Delacroix, nel 1957 l’artista si dedica ad uno studio accanito di Las Meninas. Si tratta del più celebre quadro di Velázquez, che sulla tela ferma il mondo in tutte le sue sfaccettature, fatte di realtà e apparenza: l’autore ritrae se stesso mentre raffigura la coppia reale (Filippo IV e la moglie Marianna, visibili in uno specchio in fondo), quando l’infanta Margherita con le sue damigelle si avvicinano per ammirare il quadro. Picasso s’innamorò di questo gioco multidimensionale, che studiò e ricreò liberamente in 58 diverse variazioni, tutte conservate al Museo Picasso di Barcellona.

Las Meninas, particolare - by cea + - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/centralasian/5410428599

Las Meninas, particolare – by cea + – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/centralasian/5410428599

### 9. Guernica

Insieme alla Gioconda di Leonardo da Vinci, è probabilmente il dipinto più famoso al mondo. Realizzata da Picasso per l’Expo di Parigi del 1937, è una tela di 3,5 metri di altezza per quasi 8 metri di larghezza che commemora la tragedia di Guernica, piccolo paese basco che nel 1937 fu raso al suolo dai bombardamenti degli aerei nazisti tedeschi e fascisti italiani a servizio del generale Francisco Franco. L’artista sceglie di sostituire armi, aerei e bombe, con la disperazione senza esito di uomini, donne, bambini e animali, schiacciati dal crollo di un muro, demoliti dall’irrazionalità del dramma. Con un linguaggio cubista che rivela una realtà fatta di schegge dimensionali e, in questo caso, anche di macerie materiali, Picasso riesce a creare un’opera che si fa memoria di tutte le violenze del suo tempo. Guernica è la celebrità indiscussa del Museo Reina Sofia di Madrid.

Guernica - by Mark Barry - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/markart/236849245

Guernica – by Mark Barry – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/markart/236849245

### 10. Les Demoiselles d’Avignon

Questo grande dipinto del 1907 rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione artistica di Picasso. Una composizione di cinque nudi femminili, raggruppati in una solida architettura di corpi, si dispone attorno ad una natura morta posta al centro del quadro, in primo piano. Analizzando i lavori di Cézanne e l’arte africana, Picasso sviluppa un nuovo, violento linguaggio formale, che frammenta la realtà in volumi geometrici, per poi ricomporli in forme dinamiche. È con Les Demoiselles d’Avignon, tra i pezzi più importanti del MOMA di New York, che si apre la via della rivoluzione cubista.

### 11. I tre musici

De I tre musici, Picasso realizzò due versioni. La prima, risalente al 1921 e oggi custodita al MOMA, rappresenta una delle sue rappresentazioni cubiste più significative. Il quadro raffigura tre personaggi, tratti dal mondo del teatro e delle maschere con cui, in quegli anni, Picasso fu costantemente in contatto: da sinistra a destra, vediamo un Pierrot con clarinetto, un Arlecchino con chitarra e un monaco con gli spartiti. Utilizzando un linguaggio formale estremamente semplificato, elementi quasi geometrici si trasformano in simboli di realtà, tradotta in una composizione movimentata ma rigorosa. Un’opera monumentale, per le sue dimensioni e non solo.

I tre musici - by Ralph Daily - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/ralphandjenny/4436739878

I tre musici – by Ralph Daily – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/ralphandjenny/4436739878

### 12. Autoritratto

L’Autoritratto del Museum of Art di Philadelphia, si colloca in una fase di svolta nella produzione pittorica di Picasso. Risale al 1906 e rappresenta l’ultimo autoritratto da lui dipinto. Gli elementi che contraddistinguono l’opera preannunciano la rivoluzione artistica che scoppierà l’anno successivo con Les Demoiselles d’Avignon: come dimostra la rinuncia quasi completa al colore (sostanzialmente limitato a diversi toni di grigio e all’ocra) l’interesse per lo studio psicologico della figura umana perde terreno, per essere sostituito da un’attenzione, sempre più intricata e intrigante, verso la forma, i volumi e le dimensioni spaziali.

### 13. Famiglia di saltimbanchi

Quest’opera, oggi custodita presso la National Gallery of Art di Washington, raffigura un gruppo di artisti del circo in una sorta di landa desolata. E proprio il circo è il mondo a cui Picasso fu più vicino tra il 1905 e il 1906, gli anni del cosiddetto periodo rosa: i soggetti prediletti sono saltimbanchi, acrobati e giocolieri, mentre la tavolozza è dominata perlopiù da tonalità rosate. Il contrasto con la produzione pittorica precedente è evidente: sebbene le atmosfere trasudino ancora una certa malinconia, l’angosciato pessimismo del precedente periodo blu pare già lontano.

Famiglia di saltinbanchi - by Cliff - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/nostri-imago/4991506775

Famiglia di saltinbanchi – by Cliff – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/nostri-imago/4991506775

### 14. La vita

Se Famiglia di Saltimbanchi costituisce l’opera più rappresentativa del periodo rosa, La vita è senz’altro da considerare il capolavoro del periodo blu (1901-1904) di Picasso. In questa fase, Pablo utilizza esclusivamente cromie azzurre, tristi e fredde e linee severe, per ritrarre emarginati e povera gente. Come il titolo stesso suggerisce, questo dipinto deve raffigurare un’allegoria della vita. Nonostante non sia semplice comprendere appieno il significato metaforico celato dietro ad ogni particolare del quadro, è chiaro come l’opera sia figlia di quel pessimismo sociale che caratterizzò il clima spirituale – e intellettuale – del primo ‘900. La vita è tra le opere più prestigiose del Museum of Art di Cleveland.

### 15. Ritratto di Daniel-Henri Kahnweiler

A partire dal 1909, Picasso iniziò a sperimentare il suo nuovo linguaggio cubista sul ritratto. In questo caso è Daniel-Henri Kahnweiler, suo amico e consigliere, ad essere raffigurato. Distinguere dei tratti somatici riconoscibili in quest’opera, attualmente custodita presso l’Art Institute di Chicago, non è semplicissimo: gli unici elementi di caratterizzazione individuale sono le mani e la testa, che s’inseriscono in uno spazio totalmente scomposto. In quello che non è altro se non uno studio sulla forma, i volumi vengono frammentati nei loro elementi base, scolpiti in tante piccole superfici, come fossero sfaccettature di una pietra preziosa.

Ritratto di Daniel-Henri Kahnweiler - by Nicho Design - Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) - https://www.flickr.com/photos/nichodesign/10962221305

Ritratto di Daniel-Henri Kahnweiler – by Nicho Design – Under Creative Commons license CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/) – https://www.flickr.com/photos/nichodesign/10962221305

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#### Photo Credit

Foto di copertina: Pablo Picasso (wearing a beret) and scene painters sitting on the front cloth for Léonide Massine’s ballet Parade, staged by Sergei Diaghilev’s Ballets Russes at the Théâtre du Châtelet, Paris, 1917, Lachmann photographer – By Lachmann – V&A, Public Domain,

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